Questa antica mummia egizia, considerata dagli archeologi del Museo Nazionale della Polonia a Varsavia, un sacerdote maschio, è riuscita a nascondere la vera identità per ben due secoli. Si tratta in realtà di una donna in gravidanza, la prima in tutto il mondo. La donna è di alto lignaggio e aveva un’età compresa tra i 20 e i 30 anni ed è stata imbalsamata durante il 1 secolo a.c.
Tale nuova individuazione sarà fondamentale per gli specialisti al fine di ricostruire l’ambito, tutt’oggi poco conosciuto, della gravidanza nei tempi antichi, oltre a poter fornire informazioni sulle usanze funerarie egizie e sull’interpretazione della gravidanza nell’antica religione egizia. Perché il feto non sia stato esportato e imbalsamato separatamente resta ancora un mistero. Potrebbe tuttavia far luce su chi per gli egizi aveva accesso all’aldilà.
Inoltre il luogo del suo ritrovamento rimane incerto; la mummia era in una delle tombe reali di Tebe. In realtà, ciò non può essere comprovato, potrebbe trattarsi di un dato ideato con il fine di aumentare il prezzo d’acquisto della mummia. Certamente la donna doveva far parte della nobiltà tebana, in quanto la sua imbalsamazione fu effettuata da esperti con estrema cura e materiali di alta qualità. Inoltre, era dotata di un ricco corredo di amuleti e si ipotizza fossero presenti altri reperti purtroppo depredati dagli antiquari nel diciannovesimo secolo.
Dallo studio è emerso anche che le ossa erano troppo delicate per essere quelle di un uomo, mancavano gli organi riproduttivi maschili e una ricostruzione tridimensionale ha rivelato la presenza del seno. Tuttavia cosa ci faceva una donna in un sarcofago non suo? Forse un antiquario voleva farla passare per un oggetto di maggior valore. A supportare questa teoria, l’evidente danneggiamento riportato da alcune bende della mummia, probabilmente causato dai saccheggiatori dell’epoca che rovistavano tra loro alla ricerca di amuleti di valore. È dunque impossibile sapere chi fosse questa donna, o se davvero provenisse da Tebe.
Il team ritiene che lo studio dei tessuti molli della mummia che si sono conservati potrebbe fornire alcuni indizi. L’elevata mortalità durante la gravidanza e il parto a quei tempi non è un segreto. Crediamo quindi che la gravidanza possa aver contribuito in qualche modo alla morte della giovane.
Ph. Credit: Warsaw mummy Project
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