Giovanni Saggio, professore in elettronica ingegneristica dell’Università di Tor Vergata a Roma, è convinto che la nostra voce dica molto più di quello che pensiamo. Attraverso la voce ad esempio possiamo capire se siamo tristi o felici, oppure se abbiamo freddo, ma secondo Saggio le malattie che ci affliggono influenzano anche il nostro modo di parlare, tuttavia è impossibile da percepire con l’orecchio umano.
“Il suono della nostra voce dipende anche da chi sta dirigendo la musica, nel nostro caso il cervello. Se abbiamo ad esempio un problema cerebrale, come l’Alzheimer o il Parkinson, il nostro modo di parlare cambia, e noi possiamo percepirlo.”
Secondo il professore, ci sono oltre 3.600 parametri acustici misurabili nella voce umana, basati ad esempio sulle frequenze, l’ampiezza e la distorsione.
“La stessa persona ha un tipo di voce quando è in salute, e un’altra quando è affetta da una patologia. L’orecchio umano non può percepire questa variazione, tuttavia gli algoritmi e l’intelligenza artificiale possono.”
La situazione coronavirus che stiamo attualmente vivendo ad esempio potrebbe essere trattata con questo metodo innovativo, suggerisce Saggio; il virus difatti compromette i polmoni e le onde radio, dunque la voce è di conseguenza influenzata dalla patologia.
Seguendo il metodo del professore i casi sospetti potrebbero essere esaminati a distanza, tenendo così lontani i contagiati dagli ospedali e riducendo il rischio d’infezione. Saggio riferisce che sta cercando di contattare gli ospedali italiani per suggerire di sperimentare tale manovra.
Usando la sua tecnologia brevettata, Saggio ha testato 284 casi di tubercolosi in Mumbai, esaminando i pazienti in gruppi di 28 e chiedendo a loro di registrare delle brevi frasi. Ovviamente in India i pazienti parlano nella loro lingua natale, ma il professore riferisce che i test vocali funzionano in qualsiasi lingua, ciò che importa è il suono.
Saggio ha pubblicato nel 2016 i suoi studi attraverso il libro Journal of Communication, Navigation, Sensing and Services e sta promuovendo la sua invenziona attraverso una start-up, VoiceWise.
Il professor Saggio al momento sta conducendo diversi test in collaborazione con gli ospedali italiani, spagnoli e americani, individuando casi di demenza, patologie respiratorie, problemi di deglutimento e cancro alla testa e al collo.
Tuttavia in realtà la tecnologia brevettata dal professore potrebbe essere usata anche in molti altri campi. Ad esempio il riconoscimento vocale potrebbe aiutare un genitore a capire perchè il proprio bambino piange o tossisce.
“Un colpo di tosse può contenere molte informazioni,” riferisce il professore che ha attualmente in esame un bambino in un ospedale a Milano. “A seconda del tipo di tosse possiamo capire che tipo di problema ha il bambino,” continua Saggio.
Ma a quanto pare gli studi interessano anche i nostri amati cani, infatti il modo di abbaiare può aiutarci a capire le loro necessità. Sta abbaiando per fame o sente un pericolo? La tecnologia di Saggio può darci la risposta.
Saggio sta lavorando a quest’invenzione ormai da 10 anni e vorrebbe vederla concretizzarsi prima della sua pensione dato che al momento ha 55 anni. Il professore è confidente e crede che la sua tecnologia possa portare un beneficio pubblico importante semplificando l’esame di un paziente.
Ovviamente, come riferisce Saggio, gli algoritmi e l’intelligenza artificiale non potranno mai sostituire un esame medico. Secondo noi potrebbe essere un grande aiuto alla sanità e non solo, voi che dite?
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