Per la prima volta in assoluto, la NASA è riuscita a mappare la superficie di una stella di neutroni, ossia ciò che resta di una violenta esplosione stellare, rivelando particolari punti estremamente caldi, che possono raggiungere fino a 1 milione di gradi. Ed è proprio su questi cosiddetti “hotspots” che gli scienziati intendono concentrare le loro ricerche. Usando il telescopio a raggi X NASA Interior Composition Explorer (in breve NICER), montato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, i ricercatori hanno ottenuto la prima mappa della superficie di questo particolare tipo di stella di neutroni, noto come “pulsar”.
“Le misurazioni dei raggi X di NICER ci hanno permesso di effettuare calcoli più precisi e affidabili delle dimensioni di una pulsar come mai prima d’ora, con un margine d’incertezza inferiore al 10%“, ha affermato Cole Miller, professore di astronomia all’Università del Maryland, che ha guidato uno dei diversi team che hanno lavorato alla mappa. Le stelle di neutroni si formano dopo il catastrofico collasso di una stella più grande, schiacciando la propria massa e diventando estremamente densa. Quando un tale corpo è altamente magnetizzato e inizia a emettere radiazioni dai suoi poli, ecco che diventa un “pulsar”.
Per oltre un anno, la sonda NASA ad alta tecnologia ha osservato un pulsar chiamato J0030, che si trova in una remota regione di spazio a 1.100 anni luce dalla costellazione dei Pesci, a sua volta ad altri 300 anni luce dalla Terra. Prima di mappare J0030, gli scienziati erano dell’opinione che presentasse solo due hotspots, ossia aree dove calore e radiazioni si concentrano, situati ai suoi poli; tuttavia, i ricercatori sono stati molto sorpresi dal fatto di averne trovati almeno tre, tutti nell’emisfero meridionale del pulsar.
“Dalla ISS, NICER sta rivoluzionando la nostra comprensione dei pulsar“, ha affermato Paul Hertz, direttore della divisione di astrofisica della NASA presso la sede di Washington dell’agenzia spaziale. “Con NICER possiamo studiare la natura di questi corpi celesti in modi che finora erano inconcepibili“, aggiunge Hertz. Un altro team della NASA ha creato simulazioni di un altro ipotetico pulsar con hotspots irregolari simili a J0030, che secondo i ricercatori potrebbero aiutare a fare nuova luce su questi inquieti e turbolenti corpi celesti.
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