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Scoperto un Quasar che brilla con l’intensità di 600 trilioni di Soli

Un’ultima affascinante scoperta scientifica è stata annunciata il 9 Gennaio durante il convegno invernale dell’American Astronomical Society tenutosi nella città di Seattle. I ricercatori hanno individuato un nucleo energetico, un oggetto alimentato da un buco nero detto Quasar.

Collocato in una galassia lontana il quasar è il corpo più luminoso nell’universo primordiale con un’intensità pari a 600 trilioni di Soli. I quasar hanno origine dai buchi neri ed è proprio a loro che devono la loro lucentezza. Questi corpi nascono dalla caduta di un disco gassoso che circonda il buco nero all’interno di esso causando una serie di esplosioni di energia.

 

Un corpo veramente luminoso

Il nome di questo oggetto spaziale è J043947.08+163415.7, o almeno così è catalogato, risale circa a quando l’universo aveva meno di un miliardo di anni, in un periodo chiamato epoca della reionizzazione, ma a causa della sua considerevole distanza la sua luca sta raggiungendo la Terra soltanto adesso. Esso si trova a quasi 13 miliardi di anni luce e non sarebbe stata visibile se non grazie alla sua particolare posizione.

Tra di esso e la Terra è collocata un’altra galassia che, tramite il processo di lensing gravitazionale, ha curvato la luce proveniente dal quasar permettendone a noi la visione. Perciò esso appare tre volte più grande e 50 più luminoso di quanto lo sia in realtà. Inoltre la sua osservazione è stata resa possibile dalla luce fioca della galassia interposta che altrimenti avrebbe oscurato quella del corpo di provenienza.

Il principale autore del giornale di approfondimento sul quasar, Fabio Pacucci, ha dichiarato in una nota dell’osservatorio di Keck: “Questa scoperta è stata sorprendente e di grande importanza, per decenni abbiamo pensato che questi quasar nell’universo primordiale dovevano essere molto frequenti, ma questo è il primo del suo genere che abbiamo trovato; ci dà un indizio su come cercare “quasar fantasma”, fonti che sono là fuori, ma non possono ancora essere realmente rilevate. Se sono davvero numerosi, rivoluzionerebbe la nostra idea di ciò che è accaduto subito dopo il Big Bang, e persino cambiare la nostra visione di come questi mostri cosmici sono cresciuti“.

Giacomo Ampollini

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