Foto di insspirito da Pixabay
Un team internazionale di astronomi è riuscito a catturare immagini a raggi X del quasar più lontano mai rilevato, J0439 + 1634, con l’aiuto dell’osservatorio spaziale XMM-Newton dell’Agenzia spaziale europea. I risultati dello studio sono stati pubblicati il 20 dicembre sul server di prestampa arXiv.
Secondo un rapporto, i quasar sono “nuclei galattici attivi estremamente luminosi contenenti buchi neri centrali supermassicci con dischi di accrescimento“. Di questi, quelli che rappresentano il maggior interesse per gli astronomi sono quelli con redshift maggiore di 5,0, poiché sono solitamente i più luminosi e distanti nell’universo osservabile.
I ricercatori hanno notato che i loro spettri possono aiutare a stimare la massa dei buchi neri supermassicci che limitano l’evoluzione e la formazione dei quasar. “Pertanto, i quasar ad alto redshift potrebbero servire come un potente strumento per sondare l’universo primordiale“, hanno sottolineato.
Allo stesso modo, J0439 + 1634, essendo il primo quasar noto con un alto redshift di 6,52 e con un effetto cosmico chiamato lente gravitazionale, si è rivelato un bersaglio perfetto per lo studio a raggi X di un oggetto quasi stellare, un’altra forma di quasar.
Il team, guidato da Jinyi Yang dell’Università dell’Arizona, ha esplorato l’oggetto con il sistema EPIC (European Photon Imaging Camera) installato presso XMM-Newton e ha studiato le proprietà dei raggi X che possiede utilizzando l’analisi spettrale. I ricercatori hanno determinato che la sua pendenza spettrale ottica dei raggi X è di circa -2,07, un fattore che indica che l’emissione di raggi X da questo quasar è “subluminosa di un fattore 18“.
Attraverso le loro molteplici osservazioni e parametri rilevati, il team ha concluso che si tratta del primo quasar “BAL [Wide Absorption Line] a raggi X debole con uno spostamento verso il rosso maggiore di 6,0” osservato spettroscopicamente, a volte è anche il primo “altamente oscurato con X”. Il rapporto osserva che gli astronomi “presumono che questa fonte potrebbe essere un quasar intrinsecamente debole ai raggi X“.
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