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Ragni: le ragnatele possono aiutarci con l’Alzheimer

I ricercatori hanno fatto progressi nella comprensione di come i ragni convertono le goccioline liquide in fibre di seta solide. Questa scoperta può tornare utile in molti campi, anche in quelli più improbabili come le applicazioni mediche fino ad arrivare il morbo di Alzheimer. La seta di questi aracnidi è composta da proteine chiamate spidroine e viene immagazzinata come goccioline liquide nella ghiandola della seta. Indagando sul motivo per cui gli spidroine formano goccioline, i ricercatori miravano a replicare il processo di rotazione del ragno.

Lo studio ha rivelato che la formazione di goccioline accelera la conversione delle spidroine in fibre. Sorprendentemente, le informazioni su questo processo sono arrivate dallo studio delle proteine associate a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. Le proteine coinvolte in queste malattie possono formare minuscole goccioline oleose nelle cellule umane.

 

Dalle ragnatele dei ragni a capire meglio l’Alzheimer

Utilizzando uno spidroine sintetico chiamato NT2RepCT per mimare quello naturare dei ragni, i ricercatori hanno ricreato le condizioni di filatura della seta di ragno in laboratorio con lo scopo di osservare proprio la formazione delle goccioline. L’analisi della spettrometria di massa ha rivelato che le proteine ​ si dividono in singole molecole durante la formazione delle suddette. Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che il dominio c-terminale è responsabile della formazione delle fibre, ha svolto un ruolo cruciale nel processo. L’intreccio in goccioline ha facilitato il rapido assemblaggio delle fibre, imitando la capacità dei ragni di convertire istantaneamente le spidroine in fili solidi.

Questa scoperta non solo fornisce informazioni sul processo di filatura del ragno, ma traccia anche un parallelo tra la filatura della seta del ragno e la formazione di fibre tossiche nei disturbi neurodegenerativi. Comprendendo come i ragni impediscono alle loro proteine di aderire, i ricercatori sperano di applicare meccanismi simili per prevenire l’aggregazione delle proteine umane, offrendo potenzialmente nuove strade per combattere le malattie neurodegenerative. La ricerca sulla seta di ragno, in particolare la conoscenza acquisita sui domini della spidroina, può aprire la strada allo sviluppo di strategie per prevenire la tossicità delle proteine nelle cellule umane.

Giacomo Ampollini

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