Il DJI Mavic 2 Pro è indubbiamente il migliore drone al mondo, sia per caratteristiche tecniche che per prestazioni effettivamente offerte, può arrivare sino a 8km di distanza dal punto di partenza, e raggiungere un’altezza massima pari a 500 metri, tutto questo senza perdere nemmeno lontanamente il segnale radio.
Esteticamente il DJI Mavic 2 Pro non si discosta affatto dal design sfruttato dall’azienda per tutti i propri droni, nonostante comunque presenti dimensioni molto più grandi del DJI Mavic Mini recensito qualche settimana fa. Il peso arriva fino a 907 grammi (di conseguenza entro luglio sarà necessario avere il patentino per poterlo utilizzare) con 214 x 91 x 84 millimetri chiuso, fino a 322 x 242 x 84 millimetri aperto con eliche montate. Non viene commercializzato con una comoda custodia per il trasporto, sarà necessario acquistarla a parte; molto comode le luci di posizione (di colorazione rossa), ma per voli notturni diventeranno fondamentali i due led posizionati nella parte inferiore (come le luci che vedete negli aeroplani quando atterrano, per intenderci).
Elemento fondamentale del DJI Mavic 2 Pro è sicuramente la fotocamera Hasselblad, dopo oltre 2 anni di ricerca, l’azienda è riuscita ad integrare la L1D-20C da 20 megapixel con campo visivo di 77° e otturatore elettronico in grado di variare tra 8 e 1/8000 di secondo come tempi di scatto. Il sensore è un ampissimo CMOS da 1 pollice con area attiva di 4 volte superiore rispetto alla generazione precedente, ciò permette di raggiungere registrazioni di migliore qualità in ambienti con poca luminosità, offrendo all’utente la possibilità di spingere gli ISO fino a 12800.
Per rendere le riprese ancora più straordinarie, la Hasselblad in questione supporta il profilo colore D-Log a 10 bit garantendo una maggiore flessibilità nella gradazione del colore, in questo modo riesce a percepire oltre 1 miliardo di colori, superando di gran lunga i 16 milioni di colori previsti dal profilo standard a 8-bit.
A conti fatti le riprese sono davvero straordinarie, si raggiungono al massimo i 30fps in 4K (3840 x 2160 pixel), con possibilità di scendere a 2.7K fino a 60fps o FullHD fino a 120fps. In ogni condizione di luce, anche con un tramonto sul fiume, il livello di dettaglio raggiunto dal DJI Mavic 2 Pro supera di gran lunga le aspettative o i dispositivi di fascia alta. Il gimbal della fotocamera Hasselblad riesce perfettamente a muoversi nell’ambiente, resistendo anche a condizioni abbastanza ventose, senza mostrare un minimo tremore nelle riprese video. I colori, grazie al D-Log a 10 bit, sono molto più vividi ed effettivamente vengono fatte risaltare tantissime sfumature mai viste in altre occasioni.
Gli scatti fotografici, con apertura variabile da F2.8 a F11, raggiungono una qualità massima di 5472 x 3648 pixel e una raffica di 5fps. Complessivamente ci troviamo di fronte a buonissimi risultati, ma personalmente non ho notato una così grande differenza rispetto ai risultati raggiunti con il DJI Mavic Mini; forse automaticamente tende a sottoesporle leggermente in determinate condizioni di luce, ma tutto può essere “risolto” passando alle impostazioni manuali.
Il secondo plus del DJI Mavic 2 Pro è rappresentato dalla presenza di sensori su tutta la superficie, l’utente potrà volare tranquillo in quanto il rilevamento ostacoli e omnidirezionale. In particolare vengono riconosciuti anteriormente da 20 a 40 metri, posteriormente da 16 a 32 metri, superiormente e inferiormente da 11 a 22 metri, nonché lateralmente, ma solo nel momento in cui viene attivata la funzione active track 2.0. Nel momento in cui il dispositivo viene utilizzato al buio o in modalità sport, tutti i sensori vengono disattivati, prestate la massima attenzione.
In un periodo in cui la maggior parte di noi ha pensato che ENAC abbia dato una “mazzata” al mercato dei droni imponendo il patentino, dopo aver provato per oltre 2 settimane il dispositivo in questione riteniamo sia più che sensato darlo in mano solo ed esclusivamente a chi effettivamente lo sa pilotare. Il DJI Mavic 2 Pro non è un “giocattolino” come il Mavic Mini, è potenzialmente un aeromobile, vi dico solo due dati e capirete subito di cosa stiamo parlando: velocità massima 72km/h, velocità ascensionale di 5 m/s (18 km/h) altezza massima dal punto di partenza 500 metri (potrebbe anche andare oltre, ma viene bloccato lato software), distanza massima dal punto di partenza 8000 metri (effettivi 6km, poi si scarica la batteria e non riesce a tornare). Se lo acquistate, utilizzatelo con cautela, e sopratutto con criterio, è davvero fantastico e performante, su questo non possiamo dire davvero nulla.
Nella parte inferiore è presente lo slot per la microSD, al massimo da 128GB, ma non dimenticate nemmeno la memoria interna da 8GB, da utilizzare come riserva nel caso in cui vogliate utilizzare il drone senza microSD o abbiate terminato lo spazio su quest’ultima.
La batteria non è un aspetto negativo, sebbene comunque non raggiunga livelli incredibili; secondo l’azienda dovrebbe garantire fino a 31 minuti di volo, ma tutto dipende naturalmente dalle modalità e dalle velocità raggiunte. Stando ai nostri test, per un utilizzo normale si potranno fare 20-25 minuti di volo continuativo senza problemi.
Il radiocomando sfrutta il nuovo sistema di trasmissione OcuSync 2.0, migliorata latenza e feed video fino a 1080p, permettendo difatti un volo senza pensieri in ogni luogo, sia un ambiente urbano che in campo aperto. Nella parte centrale troviamo un piccolo schermino in cui sono riassunti tutti i dati del volo: modalità, velocità in tempo reale, distanza dal punto di partenza, carica della batteria e similari. Poco sotto sono stati posizionati due pulsanti, utili sopratutto per “fermare” momentaneamente il volo (non per farlo atterrare) o ruotare la camera di 90° verso il basso in un istante.
Il radiocomando, come il drone, deve essere ricaricato, ma di base garantirà un volo di 4/5 batterie prima di necessitare di una presa a muro (è presente una microUSB sul lato). Nel posizionamento delle antenne, ricordate sempre che il segnale viene emesso in direzione perpendicolare all’orientamento delle stesse.
L’applicazione ufficiale è la DJI Go, scaricabile gratuitamente da Play Store o App Store, e non si discosta particolarmente da quanto siamo abituati a vedere. Al netto di tutte le impostazioni di base, da segnalare la presenza delle funzioni Hyperlapse e Active Track 2.0, gli ultimi due plus del DJI Mavic 2 Pro. La prima viene utilizzata per scattare timelapse direttamente in volo, si possono impostare i tempi di durata del video, gli intervalli tra gli scatti, nonché la massima velocità del drone, in quanto si sposterà seguendo un percorso prestabilito, proprio per realizzare la migliore ripresa possibile.
L’Active Track 2.0 è il sistema che permette al drone di volare in autonomia seguendo un determinato soggetto (grazie alla presenza dei sensori); la funzione si divide in parallel (il soggetto viene seguito sempre alla stessa distanza e mantenendo la stessa angolazione), spotlight (il drone non si sposterà, ma ruoterà per mantenere il soggetto al centro dell’inquadratura) e trace (sarà possibile variare l’angolazione, arrivando anche a ruotare di 180/360° gradi attorno al soggetto in fase di spostamento). Questo è in assoluto il plus che porta il DJI Mavic 2 Pro sul gradino più alto del podio; nell’applicazione sono infine presenti le funzioni di base, come point of interest, quickshot, cinematic o tripod.
Vale la pena spendere oltre 1500 euro per l’acquisto di un DJI Mavic 2 Pro? la risposta è assolutamente SI, ma a condizione che lo utilizziate più per lavori professionali che per semplice diletto, in quanto dovrete completare il patentino, oltre che forse il drone in sé presenta caratteristiche che vanno ben oltre le vostre necessità. Tra gli aspetti positivi annoveriamo:
Tra i negativi, invece:
La nostra recensione non finisce qua, continua con il video completo pubblicato qui sotto e pubblicato sul nostro canale YouTube ufficiale con tutti i test video in 4K a 30fps.
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