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Recensione DJI Mavic Mini: uno splendido drone per tutti

Il DJI Mavic Mini è il nuovo gioiello dell’azienda orientale dalle caratteristiche davvero invitanti, a partire dal peso, i soli 249 grammi ne permetteranno l’utilizzo anche quest’estate quando tutti dovranno adeguarsi alla nuova normativa ENAC per il pilotaggio da remoto.

Esteticamente notiamo una certa somiglianza con i fratelli maggiori, DJI Mavic Air o Mavic Zoom, ma con dimensioni estremamente ridotte. Il Mavic Mini chiuso conta soli 140 x 82 x 57 millimetri (sta tranquillamente in una mano), aperto con eliche, invece, raggiunge 245 x 290 x 55 millimetri; l’aspetto più positivo è sicuramente il peso di soli 249 grammi. Non confondetevi, con le nuove normative non dovrete sostenere alcun esame per il patentino, dovrete sottoscrivere una assicurazione e registrarlo sul sito, per il resto lo potrete utilizzare “quasi” senza pensieri (la legge vuole che venga utilizzato anche sempre con le paraeliche collegate). Il materiale di costruzione appare essere più economico rispetto ai fratelli maggiori, la plastica è delicata e sottilissima, sia per risparmiare nei costi di produzione (proponendolo ad un prezzo finale più basso), che ovviamente per rientrare entro il peso limite di 250 grammi.

 

DJI Mavic Mini: caratteristiche tecniche

Uno degli aspetti da tenere maggiormente in considerazione riguarda la durata della batteria, il DJI Mavic Mini garantisce infatti circa 25 minuti di volo a singola batteria. Il nostro test si è avvalorato della versione combo, con 3 batterie ed un utilissimo caricabatterie (che le ricaricherà una per volta, sono necessari 90 minuti per singolo componente, 270 minuti totali), per un volo consecutivo di addirittura 75 minuti.

La fotocamera integrata non raggiunge i 4K, si ferma a 2.7K 25/30fps, ma funziona perfettamente, non avevamo dubbi che DJI non riuscisse ugualmente a sfornare un prodotto di altissima qualità, pur rinunciando a qualcosina. Il sensore è un CMOS 1/2,3″ da 12 megapixel, con apertura F2.8, ISO che oscillano tra 100 e 3200, nonché otturatore elettronico da 4 a 1/8000 di secondo. Gli scatti fotografici, realizzati sempre a 12MP (a 4000 x 3000 pixel), sono discreti, senza raggiungere l’eccellenza, in quanto sono risultati essere leggermente sottoesposti. Il gimbal (lo stabilizzatore d’immagine) è anch’esso un piccolo gioiello, non manca un colpo e non farà sentire nemmeno un leggero/lontano tremorio dell’inquadratura.

Il DJI Mavic Mini non integra i sensori di prossimità, ciò sta a significare che a tutti gli effetti è un drone pericoloso nelle mani sbagliate. In altre parole, se provaste a spingerlo contro una parete lui non si fermerà ed andrà a sbatterci direttamente. E’ necessario prestare la massima attenzione nell’utilizzo di tutti i giorni, anche nella funzionalità ritorno a casa (RTH), ricordate di impostare un altezza molto elevata, in modo che non possa incrociare ostacoli nel rientro. Segnaliamo la presenza dei soli sensori visivi posti nella parte inferiore del dispositivo, sono utilizzati per lo stazionamento, nonché per l’atterraggio (senza però permettere di evitare ostacoli di alcun tipo).

I video/fotografie verranno salvati direttamente nella microSD da inserire nella parte posteriore del drone, la dimensione massima consentita è di 256GB. Nell’eventualità in cui aveste dimenticato il caricabatterie, segnaliamo la presenza di una presa microUSB a fianco dello slot microSD, utile per ricaricare il Mavic Mini collegandolo direttamente a muro.

 

Mavic Mini: radiocomando e applicazione dedicata

Controllare il DJI Mavic Mini è semplice grazie al radiocomando presente in confezione, questi non presenta alcun tipo di schermo o display, sarà necessario collegare fisicamente lo smartphone (tramite adattatore sempre incluso e compatibile con tutti i modelli Android/iOS). Sulla parte superiore del suddetto sono posizionati i pad per muovere il drone, i pulsanti per scattare fotografie o avviare/stoppare la registrazione video e la rotellina per ruotare l’inquadratura verso l’alto/basso.

Le frequenze europee sono diverse dalle americane, per questo motivo sentirete parlare di portata differente dipendentemente dalla provenienza dell’utente (non è più possibile nemmeno sbloccare il drone); DJI sostiene che nelle perfette condizioni dovrebbe riuscire a mantenere il segnale fino a 2km, nei nostri test in aperta campagna (con antenne orientate correttamente e selezione automatica della frequenza) abbiamo raggiunto 953 metri in orizzontale e 150 metri circa in altezza. Naturalmente sono misurazioni indicative e variabili, in relazione alla zona e alle possibili interferenze. Il radiocomando presenta una batteria interna da 2600mAh da ricaricare a sua volta, anche se molto meno frequentemente rispetto al drone, in quanto con 75 minuti effettivi di volo si scaricherà di circa il 50%. Nessun problema di connessione, tutto è sempre stato reattivo e perfettamente funzionante.

L’applicazione da installare sullo smartphone è DJI Fly, recentemente rinnovata presenta un’interfaccia molto semplice ed assolutamente intuitiva. La connessione al drone (dopo aver collegato fisicamente il dispositivo mobile al radiocomando) è rapidissima; dalla schermata principale l’utente potrà avviare decollo/atterraggio, scattare fotografie ed avviare la registrazione, ma anche scoprire l’altezza/distanza a cui si trova il velivolo, la velocità istantanea, scoprire su mappa il punto di ritorno impostato (anche vedere su mappa dove si trova in quell’istante il drone), nonché attivare la modalità fotografica manuale. Nella maggior parte dei casi vi affiderete ciecamente alle impostazioni di base, ma sappiate che potrete variare ISO, esposizione e tempi di scatto, come se fosse una macchina fotografica.

Navigando nei menù si possono attivare 3 differenti modalità di volo: Normale, Sport e Cinesmooth. Con la prima le velocità massime saranno di 8m/s in orizzontale e di 2m/s in verticale, passando alla sport invece si aumenta notevolmente raggiungendo i 13m/s in orizzontale o 4m/s in verticale. La Cinesmooth è consigliata a coloro che vogliono ammorbidire notevolmente i movimenti del drone, nonché agli utenti alle prime armi, le velocità saranno molto inferiori ed anche gli spostamenti saranno “rallentati”.

Sempre dalle impostazioni sarà infine possibile impostare l’altezza del ritorno a casa, eventuali limiti di distanza (leggete le normative ENAC) o avviare le uniche funzionalità software disponibili. Queste sono movimenti prestabiliti che vanno a creare un buon effetto ottico: dronie, ascesa, cerchio o spirale.

Nell’utilizzo di tutti i giorni raccomandiamo due piccoli accorgimenti: le antenne devono sempre essere orientate perfettamente, ricordando che il segnale viene emesso perpendicolarmente alla direzione delle stesse, nonchè impostate la scelta della frequenza automatica, in questo modo il sistema saprà variarla permettendovi di raggiungere in automatico distanze maggiori.

 

Mavic Mini: aspetti positivi e negativi

Non lo nascondiamo, il DJI Mavic Mini è un piccolo gioiello adatto a tutti e dal prezzo abbordabile, 399 euro per la versione standard, 499 euro per la combo. L’azienda lo definisce una flycam, in quanto mancano alcune funzionalità e aspetti fondamentali che ci permetterebbero di individuarlo come un vero e proprio drone, ma resta ugualmente un best buy da non lasciarsi assolutamente sfuggire. Gli aspetti positivi sono:

  • Batteria infinita – 25 minuti di volo per singola batteria sono fantastici.
  • Video di qualità elevata con stabilizzazione super – manca il 4K, è vero, ma a 399 euro non potevamo sperare di meglio.
  • Buona capacità e portata del segnale – i nostri test hanno verificato una portata di 953 metri in orizzontale e 150 metri in altezza.
  • Dimensioni e peso – con le nuove normative un drone da 249 grammi può davvero fare la differenza.
  • Applicazione facile da utilizzare e veramente ben fatta.

negativi, invece:

  • Assente la compatibilità con Android 10, se avete la nuova versione del sistema operativo non potrete utilizzarlo (in arrivo il fix a breve).
  • Fotografie non belle tanto quanto i video, sono leggermente sottoesposte (ma è possibile passare al “manuale”).
  • Mancano i sensori, è pericoloso, utilizzatelo sempre con criterio.
  • Mancano le funzionalità software tanto apprezzate, come follow me o similari.

A conti fatti il DJI Mavic Mini lo comprerei subito, guardate tutti i video girati nella nostra prova sul campo, avviando la recensione inserita qui sotto (non dimenticatevi nemmeno di leggere le nostre review precedenti).

 

 

Denis Dosi

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