Fujifilm X-Pro3 è la nuova mirrorless di casa Fujifilm pensata e progettata per gli utenti che ancora oggi sono alla ricerca di un corpo macchina che permetta loro di godere di un’esperienza fotografica distaccata dal mondo professionale, nonché dall’ansia di verificare nell’immediatezza l’esito dello scatto.
Dopo 3 anni e mezzo dalla precedente X-Pro2, Fujifilm ha deciso di rinnovare la fotocamera tramite la quale si potrà tornare al passato, alla voglia di scattare istantanee, portando l’utente a concentrarsi sulle stesse e a stuzzicarne la fantasia generale.
Esteticamente la Fujifilm X-Pro3 presenta dimensioni abbastanza elevate, arriva a 140,5 x 82,8 x 46,1 millimetri di spessore, con peso complessivo di 497 grammi (chiaramente tutto senza ottica, ma con batteria e SD incluse). La forma assomiglia lontanamente a quella di un mattone, molto in stile con la GFX 50R, con una impugnatura più marcata, non ai livelli di una GH5, ma comunque in grado di garantire al consumatore una presa salda e facilmente utilizzabile con una mano. Il peso non è ben bilanciato, dato l’esiguo spessore, anche con obiettivi non particolarmente ingombranti tenderà verso la parte anteriore.
Data la sua natura, la macchina non esibisce l’esplosione di ghiere che tanto abbiamo apprezzato in altri modelli del brand, superiormente troviamo infatti solamente il controllo dell’esposizione, dei tempi di posa e degli ISO (nascosti sotto la precedente). Da segnalare la presenza di tantissimi pulsanti FN personalizzabili, sia a rotazione che a pressione. Una delle caratteristiche principali della X-Pro3 è sicuramente la composizione della struttura, a differenza del solito magnesio/policarbonato/ABS, in questo caso Fujifilm ha voluto adottare il titanio, per un risultato più robusto e unico nel suo genere. Le parti coinvolte sono la superiore e la inferiore, la parte centrale rientra comunque entro il solito magnesio.
Sui bordi troviamo la connettività, sul lato sinistro mini jack da 2,5mm e USB Type-C 3.1, dalla parte opposta due slot SD (utili per salvare i dati in sequenza o effettuare backup). La ricarica del corpo non sarà effettuabile tramite un caricabatteria, sarà necessario collegare fisicamente la macchina ad una presa a muro.
Le cose da dire in merito alla Fujifilm X-Pro3 sono davvero tantissime, l’anima “diversa” della macchina si nota già nel doppio mirino, composto da un OVF, ovvero un mirino ottico galileiano inverso con riquadro luminoso elettronico, per un’area di cattura del 95% ed un ingrandimento 0,66x con lente da 50mm; affiancato dal classico EVF caratteristico di tutte le mirrorless, un OLED a colori da 0,5″ con 3,69 milioni di punti e copertura area visiva del 100%. L’utente potrà variare tra l’uno e l’altro spostando la piccola levetta fisica posta nella parte anteriore del corpo macchina, molto comoda ed apprezzabile come scelta, anche se in termini di utilità, del mirino ottico ne abbiamo fatto un uso davvero molto sporadico (presente il sensore occhio per attivarlo in automatico).
Spostando l’attenzione poco sotto incrociamo la seconda grande peculiarità, ovvero la presenza di due display LCD TFT. Il secondario è da 1,28″ di formato quadrato, pensato per richiamare il talloncino delle pellicole fotografiche, sullo stesso vedremo tantissime informazioni in relazione alla modalità scelta ed i vari settaggi, tutto potrà essere personalizzato a piacimento dal menù impostazioni.
Questa è la parte vintage, aprendo lo sportellino incrociamo l’anima moderna, quindi il display LCD touchscreen principale da 3 pollici, rapporto d’aspetto 3:2, inclinabile di 180° verso il basso (non verso l’alto o orientabile in altre direzioni), 1,62 milioni di punti e copertura del 100%. Utilissimo per scattare le istantanee e navigare nei menù, l’idea di non renderlo “comodo” come tutti gli altri nasce proprio dal voler spingere la Fujifilm X-Pro3 verso il consumatore che non dovrà utilizzarlo per la realizzazione degli scatti, nel caso comunque dovesse servire, è presente e funzionale.
La navigazione all’interno dei menù è in linea con gli altri modelli Fujifilm, comodissimo il piccolo “pad” nella parte posteriore, da segnalare solamente l’assenza di una ghiera per la variazione delle modalità, sarà necessario premere il pulsante Drive, e forse è leggermente macchinoso.
Il sensore è un APS-C (23,5 x 16,5 millimetri) X-Trans CMOS 4 da 26,1 megapixel con filtro a colori primari, supportato dalla quarta generazione di X-Processor Pro. L’otturatore a tendina promette tempi di posa oscillanti tra 1/32000 secondi e 60 minuti, naturalmente combinando sia il meccanico che l’elettronico; la velocità di scatto è davvero elevata, potrà raggiungere 30fps solo con otturatore elettronico.
Gli scatti sono al massimo di 6240 x 4160 pixel con esposizione a 256 zone, i risultati sono incredibili, a conti fatti la Fujifilm X-Pro3 è una delle mirrorless con la migliore capacità di estrapolare la “realtà” dalle scene che immortala. Senza dover impostare parametri particolarmente complessi, anche solo con un semplice “punta e scatta” in automatico, il consumatore potrà realizzare immagini da sogno. Sia in ambienti chiusi, che particolarmente luminosi, abbiamo apprezzato la straordinaria gestione delle luci e delle ombre; avendo in prova nello stesso periodo la X-T200, abbiamo avuto l’opportunità di confrontare i risultati, e la X-Pro3 ha mostrato la capacità di non depauperare la scena, riproducendola il più fedelmente possibile. I colori sono perfetti, il dettaglio è altissimo e tutte le tonalità vengono rispettate; apprezzabile la quasi totale assenza di rumore nelle immagini anche in condizioni veramente proibitive, l’accoppiata sensore-processore funziona a meraviglia.
I video sono realizzati al massimo in 4K a 30fps a 200Mbps, ma con limite di registrazione fissato a 15 minuti, con possibilità di scendere al FullHD a 60fps sempre fino a 200Mbps, con limite a 60 minuti. La messa a fuoco è a 425 punti, ibrida sia a contrasto che a rilevamento di fase; questa è fulminea, abbiamo apprezzato la possibilità di settarla in relazione alle proprie necessità direttamente dal menù impostazioni, riuscendo in ogni caso a raggiungere velocità di autofocus elevatissime. Comodissima anche con scarsa luminosità, data la possibilità di scorgere i contorni delle immagini fino a -6EV, quando la maggior parte delle mirrorless di fascia alta si ferma a -4EV.
La resa è ottima, ma non al livello degli scatti fotografici; la Fujifilm X-Pro3 non è una macchina pensata per i videomaker, l’assenza del pulsante di registrazione lancia un forte segnale (e non è casuale). Ciò comunque non ci impedirà di realizzare filmati professionali, con colori perfettamente rispettati e tutta la gamma dinamica riprodotta fedelmente, senza saturare troppo le immagini. Manca la stabilizzazione sul sensore, le riprese a mano libera saranno abbastanza mosse, dovendosi appoggiare interamente sullo stabilizzatore integrato nell’ottica.
Il software è il solito di tutte le macchine fotografiche Fujifilm, complesso e confusionario per tanti, ma più che comprensibile per chi mastica il brand da diverso tempo. Molto interessanti le 11 simulazioni pellicola, con l’aggiunta dei filtri a colori parziali, aiutano nella realizzazione di scatti unici nel loro genere, rispetto alle generazioni precedenti segnaliamo la presenza di Classic Neg (simula la vecchia pellicola Superior 100, effetto stile Cinema) e Monochromatic Color, entrambi bellissime e veramente coinvolgenti.
La batteria la possiamo considerare come una piccola nota negativa della Fujifilm X-Pro3, poiché comunque permetterà al consumatore di registrare circa 45 minuti effettivi in 4K (60 minuti continui) e scattare circa 370 istantanee. L’aspetto da tenere bene in considerazione è il surriscaldamento, abbiamo infatti notato che, dopo una registrazione di circa 20 minuti in 4K mostrerà la relativa icona, obbligando l’utente a spegnere il corpo per un breve periodo, prima di poter riprendere con il proprio lavoro.
La Fujifilm X-Pro3 è una macchina fantastica per scattare istantanee in ogni condizione di luce e senza particolari pensieri o settaggi vari; i video sono ottimi, ma non al livello del prezzo finale di vendita, pari a circa 1800 euro del solo corpo macchina, che risulta essere troppo elevato se confrontato ai possibili utilizzi della stessa, non professionali e per il solo diletto.
Di seguito per la nostra videorecensione ed i punteggi finali.
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