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Recensione Panasonic Lumix G9: nel 2020 vale ancora 1300 euro?

Panasonic Lumix G9, sebbene sia effettivamente sul mercato da ormai qualche anno, ha ricevuto un importante aggiornamento verso la fine del 2019, il cui obiettivo era di ringiovanirla il più possibile e riavvicinarla alle ultime mirrorless comparse sul mercato. Ci saranno riusciti? conosciamola da vicino.

Esteticamente la Lumix G9 ricalca esattamente sempre le solite macchine fotografiche del brand, presenta un’impugnatura decisamente profonda e salda, si può tranquillamente utilizzare con una mano senza problemi, potrete pensare di portarla con voi nei vostri viaggi o nelle esperienze di tutti i giorni, e sicuramente non vi darà alcun tipo di problema.

Il peso è abbastanza elevato, raggiunge i 658 grammi (senza obiettivo, ma con SD e batteria incluse), con dimensioni effettive di 136,9 x 97,3 x 91,6 millimetri. Il corpo è in magnesio con inserti metallici, interamente protetto da polvere e acqua. La disposizione delle ghiere ricorda lontanamente la Panasonic GH5s, per il resto, come detto è la classica Panasonic senza particolari novità.

 

Hardware e specifiche tecniche

Alla base della Panasonic Lumix G9 troviamo il sensore micro quattro terzi (dimensioni di 17,3 x 13 millimetri), un live mos da 21,77 megapixel con filtro a colori primari. L’otturatore si trova sul piano focale, presenta una posa massima di 30 secondi, con velocità fino a 1/32000 di secondo. Lo scatto continuo è garantito a 12 fotogrammi al secondo con il solo otturatore meccanico, ma grazie alle modalità 6K photo 4K photo si potranno raggiungere anche 60fps, con autofocus fisso e scatti effettivi a 8 megapixel.

 

Sulla parte superiore spicca il piccolo display, non touchscreen o a colori (ma retroilluminato), che riassume tutte le impostazioni di scatto o di ripresa, come accade nelle macchine di fascia alta o nelle vecchie reflex. Spostando l’attenzione verso sinistra incrociamo il mirino LVF, un buonissimo OLED da 3,680 milioni di punti, con copertura circa del 100%, ingrandimento reale 0,83x (superiore addirittura alle full frame S1R e S1H), distanza accomodamento dell’occhio a 21mm, velocità di visualizzazione massima a 120fps e sensore occhio integrato. Non è uno dei migliori che abbia mai visto, ma possiamo ritenerci soddisfatti perché in grado di svolgere perfettamente il proprio lavoro.

Nella parte posteriore troviamo un piccolo pad (come in tutte le Fujifilm), utilissimo per selezionare le aree della messa a fuoco o i soggetti stessi, affiancato da un ampio display LCD TFT con controllo touch statico, da 3 pollici (7,5cm di diagonale), completamente orientabile, da 1,04 milioni di punti e copertura del 100%. Molto comodo, peccato non si possa tiltare di 180° come sulle Sony, ma per il resto di media qualità, non superiore a tanti altri già visti su Panasonic.

Sui bordi troviamo un tripudio di connettività, sul lato sinistro il jack da 3,5 millimetri per un microfono esterno, un altro jack da 3,5mm per le cuffie, una USB per la ricarica e una HDMI per il collegamento ad un monitor esterno. Sul destro, invece, un jack da 2,5mm per il controllo da remoto e ben 2 slot per schede SD (plus notevole).

La batteria è collocata nell’apposito alloggiamento nella parte inferiore, può essere ricaricata tramite il caricatore presente in confezione, oppure è possibile collegare direttamente la macchina alla presa a muro. Il componente garantisce una buonissima durata, circa 65 minuti di registrazione effettiva in 4K, una delle migliori in assoluto tra tutti i modelli già testati.

 

Foto e Video

Le immagini possono essere scattate al massimo a 5184 x 3888 pixel, essendo una micro quattro terzi è importante conoscere la macchina, di conseguenza ricorrere ad un obiettivo molto luminoso se utilizzato in ambienti interni. In condizioni di scatto perfette, la Panasonic Lumix G9 è davvero fantastica, i colori sono ben riprodotti, la gamma dinamica perfettamente rispettata e le immagini sono anche risultate meno sature del previsto, o comunque di quanto notato su prodotti precedenti.

problemi arrivano all’interno, utilizzando l’obiettivo in kit, il Leica Vario-Elmarit 12-60mm con apertura F2.8-4, potreste fare difficoltà con poca luce, poiché si potrebbe generare più rumore del previsto (in media lo si nota superando i 1600 ISO). Superato questo piccolo limite di tutte le micro quattro terzi, la Lumix G9 è davvero un’ottima macchina da consigliare assolutamente a tutti gli aspiranti fotografi.

Ciò su cui cade leggermente è il comparto video, non tanto per la resa finale (ottima come gli scatti fotografici), quanto per la mancanza di personalizzazioni e di impostazioni; un forte segnale che i produttori hanno voluto spingere il modello più verso le foto, lasciando i filmati a GH5/GH5s. I video sono comunque realizzati senza problemi al massimo in 4K 60fps 100Mbit, senza fattore di crop, ma limite di circa 10 minuti per file. La stabilizzazione è sul sensore a 5 assi, che diventa un dual I.S., nel momento in cui combina l’eventuale stabilizzatore presente nell’ottica abbinata; il risultato è quasi perfetto, non al livello di una X-T4, comunque però in grado di garantire una ripresa più che soddisfacente anche in movimento ed a mano libera.

L’altro aspetto molto positivo dei filmati è, come in tutte le Panasonic, l’autofocus; in questo caso è a 225 aree, a rilevamento di contrasto che, grazie alla tecnologia Depth from defocus, raggiunge l’impressionante velocità di soli 0,04 secondi. Rapidissimo e stabilissimo, come al solito l’azienda riesce a contraddistinguersi proponendo un qualcosa di quasi unico nel suo genere, secondo solo a quanto offerto da Sony.

Da segnalare solamente la presenza della modalità Alta Risoluzione, viene scattata un’immagine a 80 megapixel (10368 x 7776 pixel), sfruttando lo spostamento del sensore il sistema scatta 5 immagini differenti che poi vengono combinate in un’unica soluzione.

 

Aggiornamento 2.0

L’aggiornamento 2.0 di fine 2019 ha portato alcune migliorie, le funzioni AF ON near far shift, in grado di privilegiare la messa a fuoco su soggetti vicini e lontani, sino ad arrivare all’Animal Detect. La Panasonic Lumix G9 è quindi pronta a rilevare anche gli animali, oltre a persone e cose, in automatico riesce a stabilire un’area di messa a fuoco del soggetto inquadrato, analizzando dimensioni e posizione; l’utente può anche decidere di cambiare l’obiettivo, semplicemente premendo il piccolo pad.

Oltre a questo, ricordiamo che sono state aggiunte una nuova modalità di bilanciamento del bianco, la mode 2 in alta risoluzione per ridurre la sfocatura dello sfondo, il supporto alla ripresa interna in 4K 30p con campionamento a 10 bit, l’uscita HDMI in 4K a 60p con campionamento a 10 bit, per finire con la registrazione in HDR e in frame rate variabile.

Panasonic Lumix G9: conclusioni

Dalle migliorie indicate poco sopra avete potuto capire che la Panasonic Lumix G9 ha subito un importante aggiornamento, non fondamentale o rivoluzionario, ciò sta a significare che è stata rifinita completamente, senza però riuscire ad incidere e renderla talmente migliore dal giustificare una spesa attuale di 1200 euro per il kit comprensivo di obiettivo.

Resta una delle migliori di sempre per la resa fotografica, al giorno d’oggi, tuttavia, personalmente forse punterei per una soluzione più aggiornata temporalmente e come scheda tecnica. Qui sotto trovate la nostra videorecensione approfondita e tutti i punteggi.

Denis Dosi

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