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Recensione Wiko View 3: batteria da 4000 mAh e tripla fotocamera

Il Wiko View 3 è indubbiamente uno smartphone destinato a far parlare di sé per l’ottima qualità complessiva del comparto fotografico, nonché di una batteria davvero molto capiente, tutto ad un prezzo che non supera addirittura i 139 euro in versione no brand.

Esteticamente il Wiko View 3 non raggiunge dimensioni particolarmente elevate, si ferma a 139 x 76,5 x 8,2 millimetri di spessore, con un peso complessivo di circa 178 grammi. La back cover, realizzata interamente in plastica, rende lo smartphone abbastanza scivoloso, complessivamente, però, lo possiamo ritenere utilizzabile tranquillamente con una sola mano ed abbastanza portabile. Sul lato sinistro troviamo il carrellino per inserire le SIM o la microSD, sul lato destro invece sono presenti tasto di accensione/spegnimento e per il volume; l’altoparlante, presente inferiormente, è mono con a fianco però il jack per le cuffie da 3,5 millimetri.

 

Wiko View 3: caratteristiche tecniche

Il display è da 6.26 pixel (720 x 1520 pixel) IPS LCD con 16 milioni di colori e 269 ppi; sulla parte superiore è stata integrata la fotocamera secondaria con la formazione del caratteristico notch a goccia. Sebbene sia a tutti gli effetti un LCD, quindi con colori non sempre perfetti, dobbiamo dire di esserci trovati particolarmente bene, anzi, forse è uno dei migliori della propria fascia di prezzo.

Il processore è un MediaTek Helio P22 MT6762, un octa-core affiancato da 3GB di RAM e da una GPU PowerVR GE8320. In questo caso si nota maggiormente l’anima low cost del dispositivo, Wiko per risparmiare al massimo ha deciso di puntare su un componente MediaTek, la differenza con i corrispettivi Qualcomm si fa sentire non poco. Complessivamente si possono ottenere buoni risultati e l’usabilità di tutti i giorni non ne risente particolarmente, dimenticatevi tuttavia giochi troppo pesanti (lagga leggermente con Asphalt 9) o attività eccessivamente dispendiose. Da segnalare una certa lentezza nella chiusura delle applicazioni, ma spendendo 139 euro circa ce lo si poteva anche aspettare.

Sul retro è presente il sensore per le impronte digitali, lo sblocco è sempre stato rapido e senza particolari difficoltà. L’unico appunto riguarda il posizionamento posteriormente, a voler essere pignoli avremmo preferito poterlo sbloccare con un sensore anteriore (se non proprio sotto il display, almeno con il pulsante fisico); al netto di una semplice preferenza personale, possiamo comunque ritenerci soddisfatti del risultato raggiunto.

Concludono le specifiche internet ben 64GB di memoria interna (espandibile con microSD, ma non dual SIM), connettività WiFi 802.11 b/g/n, bluetooth 4.2 con A2DP/LE, microUSB 2.0 (no type-c o NFC) e naturalmente GPS.

 

View 3: fotocamere e registrazione video

Il Wiko View 3 è dotato di 3 componenti posteriori (in leggero rilievo rispetto alla back cover), rispettivamente una principale da 12 megapixel, una grandangolare da 13 megapixel e un ritratto da 2 megapixel per l’effetto bokeh o sfocatura dello sfondo. Gli scatti effettuati sono risultati particolarmente buoni, considerando che comunque stiamo parlando di un terminale entry level; ovviamente lo smartphone è riuscito a dare il meglio di sé in condizioni di grandissima luminosità, con piccole defezioni quando si è ritrovato a scattare istantanee in casa o in ambienti con poca luce naturale.

Anteriormente è stata posizionato un sensore da 8 megapixel con possibilità dello sblocco facciale 2D ed apertura F2.0. I selfie sono risultati essere abbastanza completi, la scortornatura del soggetto non era proprio perfetta, ma in linea con terminali anche da 400/500 euro.

video sono leggermente “scattosi“, vengono registrati con qualità massima FullHD 30fps, la stabilizzazione digitale è buona e perfettamente in linea con le aspettative.

View 3: batteria e software

Il sistema operativo alla base del Wiko View 3 è ovviamente Android 9.0 aggiornato alle patch di Settembre 2019. Non presenta personalizzazioni grafiche di particolar conto, il software gira tranquillamente e con fluidità, con piccolissimi lag dettati naturalmente da un processore entry level. Gli utenti che non amano il “notch” a goccia o la tacca più comune, possono comunque decidere di personalizzarla a piacimento (modificandone la forma) o rimuovendola definitivamente. Nella parte superiore del terminale troviamo un led di notifica, anch’esso interamente personalizzabile in relazione alla notifica ricevuta (è presente un menù apposito da impostare).

La batteria è da 4’000mAh, con ricarica a 5V/2A. La durata è davvero ottima, siamo perfettamente riusciti ad utilizzare il terminale anche per 2 giorni consecutivi (48 ore) senza particolari problemi o difficoltà, ovviamente non può essere paragonato ad un battery phone, ma resta sicuramente uno dei più longevi della propria categoria.

 

View 3: conclusioni e aspetti positivi/negativi

In conclusione il Wiko View 3 è un top di gamma della fascia entry level da consigliare assolutamente a coloro che vogliono spendere il minimo indispensabile, ma che allo stesso tempo vogliono godere di una durata della batteria e di un comparto fotografico decisamente all’altezza. Gli aspetti positivi sono:

  • Durata della batteria invidiabile, si possono raggiungere anche 48 ore senza effettuare ricariche.
  • Display molto ampio e soddisfacente, non è al livello di un AMOLED o similari, ma nel complesso vi potrà dare qualche piccola soddisfazione.
  • Comparto fotografico ottimo quasi in ogni condizione di luce, piccole defezioni con scarsa luminosità e nella registrazione video.
  • Sistema operativo aggiornato all’ultima versione disponibile.

Elencandone i negativi, invece:

  • Processore MediaTek, è iniziando ad avviare giochi o applicazioni impegnative che ci accorgiamo di avere tra le mani un entry level.
  • MicroUSB 2.0, assente la type-C.
  • Back cover in plastica, per noi leggermente scivolosa.

Tutte le altre considerazioni in merito all’usabilità del Wiko View 3 sono rimandate alla sottostante video-recensione, qui invece trovate le altre nostre prove dell’ultimo periodo.

Denis Dosi

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