I siti archeologici sulle sponde meridionali del Sud Africa detengono i record più ricchi del mondo per le origini comportamentali e culturali della nostra specie. In questo luogo, i ricercatori hanno scoperto le prime prove di comportamento simbolico, pirotecnologia complessa, armi a proiettili e il primo uso di alimenti provenienti dal mare.
Il sito di studio sul campo di Pinnacle Point dell’Istituto dell’Arizona State University Institute of Human Origins (IHO) si trova al centro di questo record, sia geograficamente che scientificamente, avendo contribuito gran parte delle prove per queste pietre miliari sulla strada evolutiva dell’essere un uomo moderno.
Gli scienziati che lavorano in questi siti, guidati dal direttore associato IHO Curtis Marean, hanno sempre affrontato un dilemma nella comprensione del contesto dell’evoluzione in questo territorio: gran parte del paesaggio utilizzato da queste antiche popolazioni è ora sommerso sott’acqua e quindi poco conosciuto.
I documenti archeologici ottenuti finora provengono da grotte e rifugi rocciosi che ora si affacciano sul mare e, infatti, camminare per molti dei siti oggi comporta schivare alte maree e onde. Tuttavia, durante la maggior parte degli ultimi 200.000 anni, durante le fasi glaciali, il livello del mare è stato abbassato, quando il ghiaccio aspira l’acqua, esponendo una vasta pianura. I dati archeologici mostrano che questo era l’habitat principale per questi primi esseri umani moderni e fino a poco tempo fa non ne sapevamo assolutamente nulla.
I ricercatori hanno provato però a ricostruire questo ambiente ecologico per aiutare meglio a scoprire le sue caratteristiche principali. Hanno quindi utilizzato una vasta gamma di studi come la geofisica marina, le immersioni in acque profonde per la raccolta dei campioni, studi isotopici di stalagmiti e molti altri percorsi di ricerca transdisciplinari per convalidare e regolare l’output di questo modello. Hanno anche creato un “modello basato sull’agente” umano attraverso studi moderni sul foraggiamento umano di piante, animali e frutti di mare, simulando il modo in cui le persone antiche vivevano su questo ormai spento paleoscape.
Lo studio di questo modello non è ancora del tutto completato e serviranno almeno qualche altro paio di anni, ma si è la sulla strada giusta per capire com’era nel complesso questo “mondo perduto”, scoperto soltanto da poco.
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