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I rinoceronti africani sono più al sicuro “grazie” al lockdown in Sudafrica

Il numero di rinoceronti sudafricani uccisi dai bracconieri è diminuito di circa il 50% nei primi sei mesi dell’anno, ma 166 esemplari sono stati comunque cacciati ed uccisi, ha detto il Ministro dell’ambiente sudafricano. Anche il numero di incidenti con questi animali ha ricominciato a salire quando le misure restrittive rese necessarie dalla pandemia di coronavirus sono state ridotte, ha aggiunto in una nota. “Durante i primi sei mesi del 2019, 316 rinoceronti erano stati vittime dei bracconieri in Sudafrica“, ha dichiarato Barbara Creecy, ministro dell’ambiente, della silvicoltura e della pesca.

 

I rinoceronti africani sono cacciati soprattutto per il loro corno, considerato un prezioso medicinali in Asia

La cifra rappresenta un calo di quasi la metà, quindi. “Siamo stati in grado di arrestare l’escalation delle morti dei rinoceronti“, ha affermato Creecy. Il Sudafrica ha infatti combattuto per anni il flagello del bracconaggio di rinoceronti, alimentato dall’insaziabile richiesta dei corni di questi animali, concentrata soprattutto in Asia. La maggior parte della domanda proviene infatti dalla Cina e dal Vietnam, dove i corni sono utilizzati come medicinali, afrodisiaci o meri status symbol.

Il Ministro ha attribuito la consistente riduzione del tasso di bracconaggio ad un decennio di strategie atte ad interrompere la catena di approvvigionamento, collegata alle restrizioni di viaggio internazionali entrate in vigore durante il lockdown nazionale. Il famoso Kruger National Park ha poi riferito che 88 rinoceronti erano stati uccisi durante i primi sei mesi del 2020, ma Creecy ha avvertito che da quando le restrizioni sono state gradualmente allentate e con la riapertura dei parchi naturali, anche il bracconaggio di rinoceronti è aumentato lentamente.

Nello Giuliano

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