I ritmi circadiani si riferiscono ai cambiamenti fisici e mentali che sperimentiamo durante il giorno, cioè durante le 24 ore. Questi cambiamenti sono generalmente influenzati dalla luce e dall’oscurità. Sulla base di questo, recenti ricerche indicano che l’esposizione cronica alla luce può alterare il nostro ritmo circadiano e, di conseguenza, causare deficit di memoria.
In un articolo pubblicato su ACS Chemical Neuroscienc, i ricercatori spiegano che questi problemi di memoria sono associati a disturbi neurologici come il morbo di Alzheimer.
Per giungere a questa conclusione, un gruppo di scienziati ha condotto uno studio sui ratti per valutare come la loro fisiologia ha reagito all’esposizione costante alla luce (gruppo di prova) e all’oscurità (gruppo di controllo) per quattro mesi.
Dopo l’analisi, hanno scoperto che la luce influenzava il funzionamento dei geni Per2 (Period Circadian Regulator 2). Allo stesso modo, hanno rilevato un’alterazione nei marcatori dello stress ossidativo corrispondenti alla regione del nucleo soprachiasmatico (SCN) – il principale orologio biologico – del cervello dei ratti sottoposti ad elevata esposizione alla luce. Sono sostanze responsabili dei ritmi circadiani.
Oltre alle alterazioni dei ritmi circadiani, i roditori presentavano un profilo metabolico alterato. Ciò significa che anche i loro sistemi digestivi sono stati colpiti dall’esposizione cronica alla luce.
L’autore dello studio, Rohit Goyal, spiega che molte cellule dei nostri organi sono sincronizzate con il giorno e la notte. Rilasciano infatti determinate sostanze biochimiche ad una certa ora del giorno.
In considerazione dei danni che può causare un’alterazione del ritmo circadiano, gli scienziati ritengono che la fluoxetina, un antidepressivo utilizzato per trattare i sintomi di ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e iperattività, possa essere utilizzata per prevenire danni ossidativi, deficit cognitivi e di memoria.
Sebbene i ricercatori propongano una possibile soluzione a questa alterazione, i risultati suggeriscono che l’esposizione cronica alla luce favorisce la comparsa di disturbi neurologici come il morbo di Alzheimer.
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