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Rivoluzione protesica: l’andatura naturale tramite controllo neurale

L’innovazione tecnologica nel campo delle protesi ha raggiunto livelli senza precedenti, permettendo a molte persone con amputazioni di riguadagnare una qualità di vita quasi normale. Una delle più straordinarie conquiste recenti è l’arto protesico che offre un’andatura naturale grazie al controllo neurale. Questa tecnologia rivoluzionaria integra la neuroingegneria con la biomedicina, permettendo ai pazienti di controllare i loro arti artificiali attraverso segnali cerebrali, restituendo una sensazione di naturalezza nei movimenti.

Le protesi tradizionali, sebbene utili, hanno sempre avuto limitazioni significative. Gli utenti spesso lamentavano movimenti innaturali e una mancanza di connessione emotiva con il proprio arto artificiale. Il controllo neurale supera queste limitazioni sfruttando la comunicazione diretta tra il cervello e la protesi. Questo avviene attraverso l’uso di elettrodi impiantati nei nervi residui dell’arto amputato, che captano i segnali elettrici del cervello e li trasmettono alla protesi.

 

L’arto protesico, andatura naturale grazie al controllo neurale

Il processo di integrazione del controllo neurale inizia con una mappatura dettagliata del sistema nervoso del paziente. Attraverso tecniche avanzate di imaging e stimolazione nervosa, gli ingegneri possono identificare quali nervi sono responsabili dei diversi movimenti. Una volta mappato il sistema nervoso, gli elettrodi vengono impiantati chirurgicamente. Questi elettrodi raccolgono i segnali elettrici inviati dal cervello e li trasmettono a un processore nella protesi, che interpreta questi segnali per eseguire i movimenti desiderati.

Uno degli aspetti più innovativi di queste protesi è la loro capacità di fornire un feedback sensoriale. Grazie a sensori tattili e di pressione integrati nella protesi, i pazienti possono ricevere informazioni sensoriali sull’ambiente circostante, come la texture degli oggetti o la forza necessaria per afferrare qualcosa. Questo feedback viene trasmesso ai nervi residui, creando una sensazione simile a quella di un arto naturale. Questa connessione bidirezionale tra cervello e protesi rappresenta un enorme passo avanti rispetto alle protesi tradizionali.

La riabilitazione e l’addestramento con queste protesi sono fondamentali per il successo del loro utilizzo. I pazienti devono imparare a interpretare i segnali del cervello in modo nuovo e a controllare l’arto artificiale con precisione. Questo processo può richiedere settimane o mesi, ma i risultati sono spesso straordinari. Molti pazienti riferiscono di poter eseguire movimenti complessi con facilità e di sentire la protesi come una parte del proprio corpo.

 

Sentirsi nuovamente completi e autonomi può migliorare notevolmente la qualità della vita

L’impatto psicologico di queste protesi avanzate non può essere sottovalutato. La capacità di muoversi in modo naturale e di interagire con l’ambiente come farebbe una persona non amputata contribuisce significativamente al benessere emotivo e mentale dei pazienti. Sentirsi nuovamente completi e autonomi può migliorare notevolmente la qualità della vita, riducendo lo stress e l’ansia associati alla perdita di un arto. Tuttavia, nonostante questi straordinari progressi, ci sono ancora sfide da affrontare. Il costo di queste protesi avanzate è elevato, limitando l’accesso a molte persone che potrebbero beneficiarne.

Inoltre, la ricerca continua a cercare modi per migliorare la durata degli elettrodi impiantati e per ridurre le complicazioni mediche associate agli impianti. La collaborazione tra ingegneri, medici e scienziati è cruciale per superare queste barriere e rendere le protesi neurali più accessibili e affidabili. In conclusione, l’arto protesico con controllo neurale rappresenta una delle più significative innovazioni nel campo della riabilitazione protesica. Questa tecnologia offre una nuova speranza a chi ha subito amputazioni, permettendo loro di recuperare una vita attiva e indipendente. Sebbene ci siano ancora sfide da superare, i progressi fatti finora sono promettenti e indicano un futuro in cui le protesi neurali diventeranno sempre più diffuse e migliorate, trasformando radicalmente la vita di molte persone in tutto il mondo.

Immagine di freepik

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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