Rovaniemi è una piccolissima e semisconosciuta cittadina finlandese, che la neve è in grado di trasformare in una sorta di paese delle meraviglie invernale, attirando visitatori da tutto il mondo con i suoi splendidi paesaggi, le stazioni sciistiche e, in particolare durante il mese di dicembre, la magia del Natale. E non potrebbe essere altrimenti, visto che la Lapponia è la patria di Babbo Natale. Ma mentre le settimane che precedono il Natale avvolgono Rovaniemi con un’atmosfera quasi magica, in passato questo luogo ha conosciuto periodi molto bui non solo nei lunghi mesi invernali, in cui il Sole si vede appena all’orizzonte, ma anche a causa delle brutalità della Seconda guerra mondiale.
La storia della rinascita di Rovaniemi dalle macerie conseguenti al conflitto nella cittadina allegra che oggi conosciamo mette in luce non solo la straordinaria forza di una comunità in grado di sopravvivere ai margini della civiltà, ma anche un legame molto speciale tra uomo e animale. Rovaniemi era solo un minuscolo insediamento, dove gli indigeni Sami locali sopravvivevano grazie all’agricoltura e alla lavorazione del legno, in modo da garantire la sopravvivenza della loro gente durante i rigidissimi inverni. Le renne erano la loro unica compagnia.
I Sami allevarono le renne per centinaia di anni, facendo affidamento su di esse per cibo, vestiario e trasporti, in un contesto davvero spietato. Molte delle loro tradizioni sopravvivono oggi. “Siamo ormai perfettamente in grado di gestire e nutrire le nostre renne, nonostante le avversità“, afferma il pastore di Rovaniemi Sami Ruismaki. “I pastori della Lapponia si relazionano alla natura con grande rispetto, assicurandosi che le loro renne non rovinino l’ambiente dove vivono“, continua Ruismaki, la cui famiglia alleva questi animali da generazioni nelle pianure innevate che circondano la città.
Ma durante la Seconda guerra mondiale, la corsa all’oro aveva trasformato Rovaniemi in una città molto vivace, un vero e proprio snodo commerciale, essendo una tappa privilegiata delle rotte che collegavano l’Europa alla Russia. Ecco perché, quando le truppe tedesche attaccarono la Finlandia, rasero al suolo Rovaniemi. Case, scuole e chiese furono bruciate e solo il 10% della città si salvò. Dopo la fine della guerra, Alvar Aalto, uno degli architetti più famosi della Finlandia, ricevette l’incarico di ricostruire Rovaniemi e ispirato dal paesaggio e dalla fauna selvatica finlandesi, Aalto decise di rendere omaggio all’animale più amato della Finlandia: la renna.
Vista dal cielo infatti, la città oggi mostra il profilo di una renna. Le sue “corna” si estendono attraverso i parchi pubblici, mentre una tangenziale disegna il suo muso. Lo stadio della città è l’occhio dell’animale. La svolta si ebbe però nel 1950: mentre Rovaniemi veniva ricostruita, ricevette una visita inaspettata dalla first lady americana Eleanor Roosevelt, che venne a mostrare il suo sostegno per la rinascita della città. Con solo una settimana di preavviso, i funzionari si affrettarono a costruire una baita dove la first lady potesse alloggiare e ricevere visitatori. La visita di Roosevelt fu un trionfo per Rovaniemi: la piccola e sventurata città aveva raggiunto l’impossibile, addirittura attirando turisti nel circolo polare artico, anche nel cuore dell’inverno.
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