Nelle acque antistanti la città di San Pietro in Bevagna, nel Salento uno dei borghi della provincia di Taranto, nei pressi della foce del fiume Chidro, è nascosto un tesoro che non sempre è visibile, un tesoro archeologico che quasi sempre è celato alla vista dalle mareggiate. Ma a volte le acque cristalline ci mostrano uno dei più importanti siti archeologici sottomarini del Mediterraneo. Situati a circa 6 metri di profondità sotto la superficie dell’acqua, si trovano i Sarcofagi del Re.
Si tratta di 23 antichi sarcofagi di marmo greco grezzo cristallino, un tipo marmo usato per scolpire le tipiche statue dell’epoca, conosciuti anche come Sarcofagi del Re o Vasche del Re. Questi sarcofagi, scavati da un unico blocco di pietra hanno un peso che varia da 1 a 6 tonnellate ciascuno. Hanno forme e dimensioni variabili e alcuni più piccoli sono stati rinvenuti impilati all’interno di altri di dimensioni maggiori, per avere maggior spazio all’interno della nave, ed erano destinati alla sepoltura di importanti uomini dell’antica Roma.
I reperti risalgono infatti al III sec. d. C. e sono stati fotografati per la prima volta dal fotografo Cosimo Trono, grazie all’utilizzo di un drone fatto volare sopra le cristalline acque di San Pietro in Bevagna, lasciati liberi dalla morsa di sabbia che li ricopriva.
In questo luogo sorgeva un tempo un antico scalo portuale, uno dei tanti realizzati dall’Impero Romano. E proprio da questo scalo, prese il largo la nave che doveva trasportarli sin dove sarebbero stati destinati alla sepoltura di personalità di spicco della società romana. Ma la nave naufragò con il suo prezioso carico, facendo si che i sarcofagi finissero sui fondali marini.
È così che oggi possiamo ammirare questi preziosi reperti incompleti. Sui sarcofagi infatti non vi è nessun tipo di decorazione perché con buona probabilità questo passaggio sarebbe stato poi eseguito sul luogo di destinazione.
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