Una nuova ricerca su un paio di scheletri vecchi ben due milioni di anni sta aiutando a consolidare la linea temporale della evoluzione dell’essere umano.
Dopo che furono trovati questi scheletri umani in un sito archeologico in Sud Africa noto come “la Culla dell’umanità” una decina d’anni fa, fiorirono i primi dibattiti tra chi pensava appartenessero a due esemplari della stessa specie, e chi pensava rappresentassero due antenati umani distinti e separati.
Ora, una serie di studi meticolosi sui resti hanno finalmente messo a tacere questa questione. Nonostante alcune differenze nelle strutture ossee, i ricercatori hanno affermato che questi scheletri appartengono a due esemplari della stessa specie, ma appartenenti a due fasi della crescita differenti.
Ricercatori di diverse università hanno pubblicato un totale di nove articoli su un numero speciale della rivista PaleoAnthropology questo mese per indagare sui due antichi scheletri. Le ossa del giovane maschio (MH1) e della femmina adulta (MH2) sono state trovate nel sito fossile di Malapa nel 2008.
All’epoca, lo scopritore Lee Berger ei suoi colleghi nominarono una nuova specie di ominidi basata sul ritrovamento: Australopithecus sediba.
Diversi anni dopo, tuttavia, un gruppo di ricerca ha suggerito che i due individui potrebbero non appartenere alla stessa specie, a causa delle differenze nelle loro vertebre lombari.
Un’analisi esauriente di 135 fossili ha ora consentito ai ricercatori di delineare le proporzioni del corpo e la meccanica del camminare dei due antenati umani deceduti da lungo tempo, insieme al loro cranio, colonna vertebrale e altre parti. Ed ora affermano che questi due individui appartenevano entrambi alla specie A. sediba.
“Le nostre interpretazioni contenute nel documento suggeriscono che A. sediba è stato adattato al bipedalismo terrestre, ma ha anche trascorso molto tempo arrampicandosi sugli alberi, forse per cercare cibo e protezione dai predatori“, afferma l’antropologo della NYU Scott Williams, che si è concentrato sullo scheletro assiale – o le vertebre, le costole e lo sterno.
“Questo quadro più ampio fa luce sui modi di vivere di A. sediba e anche su una importante transizione nell’evoluzione degli ominidi, quella delle specie più scimmiesche incluse ampiamente nel genere Australopithecus fino ai primi membri del nostro stesso genere, Homo.”
Emergono nuove interessanti informazioni riguardo il tanto chiacchierato iPhone 17 Air. Come già sappiamo, il punto di forza del dispositivo…
I funghi ostrica dorati, noti scientificamente come Pleurotus citrinopileatus, stanno guadagnando popolarità non solo per il loro sapore delicato e…
Il buco nero supermassiccio 1ES 1927+654, situato nella costellazione del Draco, continua a stupire gli astronomi. Dopo aver mostrato nel…
I leak riguardanti i prodotti Apple si susseguono ogni giorno, l'ultimo in ordine temporale va a toccare direttamente il prossimo Apple iPhone SE…
L'argiria è una condizione rara e insolita che colpisce la pelle e le mucose, facendo assumere un colore blu o…
Se solo leggere "hipopotomonstrosesquipedaliofobia" ti causa un pizzico di ansia, potresti non essere solo. Questo termine descrive la fobia delle…