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Una delle chiavi del successo dell’uomo sulla natura è stata la capacità di curarsi e agli albori della nostra civiltà questo processo avveniva quasi esclusivamente sull’uso di piante. Sulla terra, finora, solo un’altra specie è riuscita attivamente a riuscire in questo, gli scimpanzé. Adesso però si può aggiungere anche qualcun altro a questa lista esclusiva, l’orango di Sumatra. Di recente infatti, un esemplare di questa specie è stato visto cerca di alleviare il dolore di una ferita con una pianta.
Il protagonista di questa storia è una scimmia di 30 anni che ha usato una nota pianta medicinale. Non si parla di un’applicazione diretta sulla ferita, che potrebbe essere vista come una coincidenza. L’esemplare ha masticato delle foglie e poi ha usato le dita per spalmare la propria saliva mischiata alle foglie sulla ferita aperta. Si parla di un atto intenzionale e ragionata da parte dell’animale.
Le parole di Isabelle Laumer, primatologa del Max Planck Institute:” Per quanto ne sappiamo, questo studio è la prima documentazione sistematica del presunto trattamento attivo delle ferite con una sostanza vegetale biologicamente attiva in specie non umane. Poiché la F. tinctoria (la pianta) ha potenti effetti analgesici, gli individui possono avvertire un immediato sollievo dal dolore, inducendoli a ripetere il comportamento più volte e successivamente ad applicare materiale vegetale solido, possibilmente anche per coprire la ferita come protezione contro le mosche.”
Non è chiaro come questo esemplare di scimmia sia arrivato a capire l’effetto benefico di questa pratica. Le possibilità sono sostanzialmente due, o che ha visto qualcun altro farlo e quindi ha imparato per imitazione, o per pura casualità. Mangiando la pianta in questione potrebbe essersi accorta delle proprietà e ha voluto provare ad alleviare il dolore della ferita aperta.
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