Un team di ricercatori dell’Università del New Mexico, della Harvard University e della University of Southern California ha trovato prove che suggeriscono che la falange curva nelle scimmie sia un tratto ereditario. Nel loro articolo pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences, Ian Wallace, Loring Burgess e Biren Patel descrivono il loro studio condotto sui resti scheletrici di Lucy, uno scimpanzè allevato come un essere umano negli anni ’30.
Le falangi delle mani e dei piedi sono l’insieme di ossa presenti nell’uomo e in altri animali che compongono le parti distali, centrali e prossimali delle dita delle mani e dei piedi (le ossa oltre le nostre nocche, per intenderci). Nella maggior parte dei primati, le falangi sono curve, il che rende loro relativamente facile arrampicarsi sugli alberi, mentre nell’uomo, le falangi sono dritte, dal momento che abbiamo da tempo smesso di arrampicarci sugli alberi. La differenza tra falangi umane e degli scimpanzè ha portato i ricercatori a credere che la curvatura si manifesti come una reazione all’arrampicata costante.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che le scimmie di età inferiore ai cinque anni trascorrono fino al 70% del loro tempo sugli alberi e in questo nuovo studio i ricercatori hanno testato questa teoria, studiando i resti scheletrici di Lucy. Lucy fu acquistata da Gertrude Lintz, una donna eccentrica che allevò una moltitudine di animali come se fossero suoi figli negli anni ’30. Lucy indossava abiti, camminava in posizione eretta, si sedeva sulle sedie, dormiva in un letto e le era severamente vietato arrampicarsi sugli alberi.
Nell’esaminare le falangi delle mani e dei piedi di Lucy, i ricercatori hanno scoperto che erano curve esattamente come quelle degli scimpanzè allo stato brado, nonostante l’animale non si fosse mai arrampicato sugli alberi. I ricercatori suggeriscono che questa sia una prova molto significativa dell’ereditarietà come fattore determinante della curva falangea e che le loro scoperte potrebbero costringere gli scienziati a revisionare le teorie sul momento in cui gli esseri umani “discesero” dagli alberi: è infatti probabile che il processo richiese molto più tempo di quanto si credesse prima perchè l’uomo potesse arrivare ad adattarsi alla vita a terra.
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