L’estate dell’anno scorso è stata così calda che ha contribuito a causare la perdita di 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio dalla Groenlandia, una quantità di acqua che è stata capace di aumentare il livello del mare globale di 2,2 millimetri in soli due mesi, secondo una nuova ricerca. L’analisi dei dati satellitari ha rivelato l’incredibile perdita di ghiaccio in pochi mesi dopo periodi con temperature insolitamente alte al polo nord; l’anno scorso è stato infatti il più caldo in assoluto per l’Artico.
A differenza dello scioglimento del ghiaccio marino, quello dei ghiacciai terrestri provoca direttamente l’innalzamento del livello del mare, mettendo in pericolo le città costiere di tutto il mondo. Gli scienziati hanno calcolato che l’enorme calotta glaciale della Groenlandia ha perso in media 268 miliardi di tonnellate di ghiaccio tra il 2002 e il 2019: tanto per fare un paragone, l’intera contea di Los Angeles, che conta oltre 10 milioni di residenti, consuma circa 1 miliardo di tonnellate di acqua all’anno.
“Sapevamo che l’estate scorsa era stata particolarmente calda in Groenlandia, sciogliendo ogni angolo della calotta glaciale, ma i numeri sono sconcertanti“, ha detto Isabella Velicogna, professore presso l’Università della California Irvine e autore principale del nuovo studio, che si è basata sui dati raccolti dalla missione satellitare della NASA Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE) e dal suo successore, GRACE Follow-On.
In base a questi dati, risulta che il ghiaccio della Groenlandia si sta sciogliendo sette volte più velocemente rispetto agli anni ’90, aumentando le precedenti stime dell’innalzamento del livello del mare globale e mettendo a rischio 400 milioni di persone ogni anno, entro la fine del secolo. Ricerche più recenti hanno scoperto che anche l’Antartide, la più grande calotta glaciale sulla Terra, sta perdendo massa ad un ritmo allarmante.
“In Antartide, lo scioglimento di massa ghiacciata procede senza sosta, il che è una pessima notizia“, ha dichiarato Velicogna. “Ma osserviamo anche un aumento di massa nel settore atlantico dell’Antartide orientale causato da un aumento delle nevicate, che aiuta a mitigare l’enorme aumento della perdita di massa che abbiamo visto negli ultimi due decenni in altre parti del continente“. La ricerca ha ulteriormente elencato i pericoli legati al riscaldamento globale, anche se adesso l’attenzione del mondo è concentrata sulla crisi del coronavirus.
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