Un team di ricercatori giapponesi ha recentemente scoperto una nuova specie di stella marina nelle acque del Giappone, un evento che sottolinea quanto ancora ci sia da scoprire sulla biodiversità marina del pianeta. La nuova specie, denominata Paragonaster hoeimaruae, è stata classificata all’interno della famiglia Pseudarchasteridae ed è caratterizzata da un colore rosso brillante nella parte superiore e beige in quella inferiore. Misura poco più di 10 centimetri di diametro e presenta le tipiche cinque braccia delle stelle marine.
La scoperta, pubblicata recentemente nel Journal of Natural History, è frutto di un’attività di raccolta condotta tra il 2021 e il 2023 lungo le coste giapponesi. Le specie sono state recuperate utilizzando gabbie per gamberetti e granchi, nonché grazie a indagini effettuate da una nave da ricerca appartenente alla prefettura di Yamaguchi. Gli esemplari sono stati trovati a profondità comprese tra i 150 e i 350 metri, un ambiente spesso difficile da esplorare, il che potrebbe spiegare perché questa specie sia rimasta sconosciuta fino ad ora.
Il Giappone ospita circa 250 specie di stelle marine, ma la scoperta della Paragonaster hoeimaruae dimostra che la diversità delle specie in queste acque potrebbe essere ancora più vasta di quanto si pensasse. Questo è particolarmente evidente considerando che anche altre specie di stelle marine, come la Gephyreaster swifti, sono state trovate in nuove località, evidenziando una distribuzione più ampia e variegata rispetto a quanto precedentemente documentato.
Itaru Kobayashi, il primo autore dello studio, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per la comprensione della biodiversità marina. Nonostante siano conosciute circa 2000 specie di stelle marine in tutto il mondo, la scoperta di una nuova specie di dimensioni significative in una regione ben studiata come il Giappone è sorprendente e indica che molte specie potrebbero ancora essere sconosciute alla scienza.
La scoperta di Paragonaster hoeimaruae non solo arricchisce la nostra conoscenza della fauna marina, ma mette anche in luce l’importanza della collaborazione tra pescatori, acquari, università e istituti di ricerca. Tali partnership sono essenziali per esplorare e documentare la biodiversità degli oceani, contribuendo a una comprensione più profonda degli ecosistemi marini e delle loro dinamiche.
In conclusione, la scoperta della Paragonaster hoeimaruae non è solo un’aggiunta alla lista delle specie conosciute, ma un promemoria di quanto ancora ci sia da esplorare e comprendere nei mari del mondo, con implicazioni potenzialmente significative per la conservazione della biodiversità marina.
Ph. credit Itaru Kobayashi
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