Un team internazionale di astronomi ha scoperto sei potenziali nuovi oggetti con massa planetaria che vagano liberi nello spazio interstellare, all’interno della nube molecolare NGC 1333, situata a oltre 960 anni luce di distanza nella costellazione di Perseo. Questa scoperta è stata resa possibile grazie alla straordinaria sensibilità del telescopio spaziale James Webb.
Questi oggetti, con masse paragonabili a quelle dei pianeti giganti del nostro Sistema Solare, non orbitano attorno a una stella, ma fluttuano liberamente nello spazio. La loro massa varia da cinque a dieci volte quella di Giove, il che li rende simili ai pianeti giganti, ma privi di un sistema stellare che li ancorerebbe in orbita.
L’immagine più dettagliata mai ottenuta della nebulosa NGC 1333, rilasciata dall’Agenzia Spaziale Europea, mostra il luogo di nascita di questi mondi erranti. Le osservazioni del Webb, effettuate nell’agosto 2023, hanno rivelato che questi corpi potrebbero rappresentare fino al 10% della popolazione totale degli oggetti presenti in NGC 1333.
I ricercatori ipotizzano che questi mondi erranti possano avere due origini principali:
1. Formazione Stellare: Questi corpi si formano come le stelle, attraverso il collasso gravitazionale di nubi di gas, ma non accumulano abbastanza massa per innescare la fusione nucleare.
2. Espulsione da Sistemi Planetari: Altri potrebbero essersi formati attorno a una stella e successivamente espulsi dalla loro orbita a causa di interazioni gravitazionali con altri pianeti o stelle.
Questa scoperta sfida le teorie attuali sulla formazione planetaria e stellare. I sei oggetti identificati dal Webb sono tra i corpi con la massa più bassa mai osservati formatisi come stelle. In particolare, uno di questi oggetti presenta un disco di materia, suggerendo che si sia formato come una stella, e potrebbe persino formare un sistema planetario in miniatura.
Un altro oggetto di massa planetaria è stato trovato in coppia con una nana bruna, una scoperta rara che potrebbe offrire nuove intuizioni sulla formazione delle stelle binarie e dei pianeti.
Il team di ricerca, coordinato da Aleks Scholz dell’Università di St. Andrews, intende condurre ulteriori studi per caratterizzare la chimica, i dischi, le coppie di oggetti e i loro movimenti all’interno dell’ammasso stellare. Questi studi potrebbero rivelare informazioni cruciali sull’origine di questi misteriosi mondi erranti e su come si inseriscono nella vasta rete di corpi celesti che popolano il nostro universo.
Foto di Bryan Goff su Unsplash
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