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Scoperto rettile marino di cui si ignorava l’esistenza e con una caratteristica particolare

Gli occhi dell’Eretmorhipis carrolldongi erano così piccoli che questo rettile aveva molte difficoltà durante la caccia. Ma è riuscito a trovare una soluzione: toccare. Il primo esemplare conosciuto della specie Eretmorhipis carrolldongi è stato descritto nel 2015 sulla rivista PlosOne, ma questo esemplare non aveva testa. 

Un anno dopo, un nuovo esemplare è stato trovato durante un’altra fase di ricerca. Questa volta con la testa, nella provincia di Hubei, in Cina. Tale scoperta ha permesso una descrizione più completa del rettile marino.

 

Una nuova specie di rettile marino

Questo rettile, circa 250 milioni di anni fa, aveva un corpo affusolato e lungo 70 centimetri. Tuttavia, l’orbita del suo occhio era di un solo centimetro di diametro.

Il carrolldongi Eretmorhipis aveva un piccolo sguardo in relazione al vostro corpo. La testa, anch’essa piccola, era caratterizzata da un naso che sembrava una museruola, il che rendeva questo rettile qualcosa di molto simile a un ornitorinco come quello attuale che oggi conosciamo.

“L’Eretmorhipis si muoveva con movimenti lenti con il suo corpo rigido e la coda accoppiati a grandi pinne a forma di ventaglio”, si legge nell’articolo scientifico. Non si sa esattamente quale fosse la sua dieta, ma probabilmente la sua preda dovevano essere artropodi come i gamberetti.

Al momento della caccia, però, sorgevano problemi. “La visione ridotta e il probabile uso di indizi tattili hanno permesso all’animale di cacciare in condizioni di scarsa illuminazione“, hanno concluso gli scienziati nel documento scientifico. Era, quindi, il tatto la sua grande risorsa.

L’Eretmorhipis carrolldongi rappresenta la primissima registrazione di un amnioti (animali i cui embrioni sono circondati da una membrana amniotica) con visione ridotta. Ciò significa che gli amnioti hanno iniziato a usare il tatto per distinguere la preda dal predatore, almeno dall’inizio del Triassico.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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