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Sei dita in una mano: una mutazione genetica fin troppo bistrattata

La Polidattilia, ovvero la mutazione genetica che si manifesta con la comparsa alla nascita di un sesto dito per mano o piedi, è un evento abbastanza comune. I numeri parlano chiaro ovvero colpisce un bambino su 500, ma in giro non si vedono individui con tale dito extra per un semplice motivo, nella quasi totalità delle volte viene tagliato. Questo pratica è comune e i motivi possono essere molti, ma uno studio piccolo fatto su appena due individui potrebbe indicare che in realtà avere un dito extra potrebbe essere fin troppo utile.

Nonostante la procedura per togliere un dito extra sia tutt’altro che facile per via della presenza di ossa, muscoli e tendini, è quasi sempre la soluzione che viene adottata. Probabilmente crescere con cinque dita per mano risulta essere più semplice anche da un punto di vista sociale, ma potrebbe risultare essere un mancato aiuto in molte faccende. Lo studio fatto sui due individui ha dimostrato che giocare, scrivere sugli smartphone, leggere con un mano e altri faccende semplici risultano essere ancora più semplici.

 

Una mano e sei dita

Ovvio lo studio si è basato su dati più oggettivi per trarre le conclusioni i quali sono stati ottenuti facendo delle risonanze magnetiche funzionali ad alta risoluzione mentre i due soggetti erano al lavoro su azioni banali come le sopracitate. Ecco una dichiarazione di merito a tutto questo da parte di uno degli autori, il bioingegnere Etienne Burdet: “Il cervello del polidattila individuale era ben adattato al controllo del carico di lavoro extra, e aveva anche aree dedicate per le dita extra. È incredibile che il cervello abbia la capacità di farlo apparentemente senza prendere a prestito risorse da altrove.

Come detto è uno studio piccolo e quindi i dati vanno presi con le pinze, ma questa è la conclusione dell’uomo: “Queste capacità superiori dei nostri soggetti polidattili suggeriscono di valutare attentamente la funzionalità di un dito soprannumero nei bambini polidattili prima di decidere se rimuoverlo.”

Giacomo Ampollini

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