Per l’archiviazione di dati o hosting le alternative sono principalmente due: la prima riguarda la gestione di server in-house. In tal caso c’è bisogno di ricavare uno spazio fisico e gestire tutte le macchine che archiviano e processano dati. Questa alternativa è sempre meno praticata dalle aziende: è infatti molto costosa (visto anche il prezzo dell’energia elettrica) e richiede competenze informatiche molto avanzate.
D’altra parte c’è la possibilità di utilizzare un server in cloud, ovvero ubicato in altro luogo e gestito da terzi. In tal caso si “affitta” uno spazio su tale server. Nei pacchetti è spesso inclusa anche assistenza tecnica in caso di problemi e malfunzionamenti. I server in cloud possono essere condivisi o dedicati. I primi sono – come dice la parola – utilizzati da più utenti, riducendo conseguentemente la capacità di elaborazione. I secondi sono dedicati a un singolo utente.
I server dedicati economici sono sempre più popolari in quanto offrono una capacità di elaborazione avanzata senza far lievitare le spese. Le offerte estive di OVHcloud, ad esempio, possono garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Un server dedicato, sia esso managed o unmanaged (con o senza assistenza tecnica), permette di gestire un gran numero di visitatori in contemporanea sul sito web, far girare giochi e applicazioni complessi, essere indipendenti sotto il punto di vista dell’archiviazione dati.
Si tratta dell’alternativa consigliata per tutti coloro che – dopo un primo periodo di rodaggio – si preparano a dover offrire servizi e informazioni a molti utenti. In tal caso non si può rischiare che il sito o il gioco vada down frequentemente: bisogna aumentare la potenza di elaborazione e, per farlo in maniera economica, ci si deve unicamente affidare a un software dedicato.
C’è anche un altro punto a vantaggio di questa soluzione: la massima sicurezza e la protezione contro attacchi informatici. Specialmente se si gestisce una piattaforma che raccoglie dati personali e dati bancari c’è bisogno di garantire sempre una protezione senza pari ai clienti. Ne va il rapporto di fiducia fra azienda e acquirente. I server condivisi, essendo utilizzati da più soggetti, sono molto più vulnerabili; il server dedicato – invece – è molto meno vulnerabile. Basta semplicemente adottare tutte le buone pratiche di sicurezza e il gioco è fatto!
Mettersi al riparo dall’azione di hacker e malintenzionati significa anche ridurre le perdite. È stato calcolato che un’azienda media può perdere decine di migliaia di euro per ogni interruzione del servizio. Basti immaginare, quindi, i danni che un attacco hacker di 24 ore potrebbe fare alla catena di produzione. Il server dedicato, riducendo il rischio di incorrere in tale circostanza, mette al riparo i dati e l’attività aziendale. Non c’è infatti niente di più prezioso, al giorno d’oggi, della protezione dei dati e della produttività.
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