Davvero una risposta bizzarra quella che si è sentito dare un controllore su un treno diretto da Milano a Ventimiglia. Alla sua richiesta a quattro passeggeri di esibire il biglietto l’uomo si è infatti sentito rispondere: “Siamo terrapiattisti, ambasciatori diplomatici fuori da ogni giurisdizione planetaria perciò non paghiamo“.
Questa è stata la spiegazione che i quattro uomini hanno dato per il fatto che si trovassero sprovvisti di regolare biglietto per l’Intercity su cui viaggiavano. I passeggeri terrapiattisti si sono inoltre rifiutati di presentare i loro documenti al personale del treno e successivamente persino ai Carabinieri.
Secondo il quotidiano La Provincia di Pavia, che ha riportato la notizia, invece del biglietto i quattro uomini avrebbero mostrato al controllore un documento plastificato che hanno definito come “documento di autodeterminazione”. Hanno inoltre affermato di essere “soggetti di diritto internazionale pregiuridico e ambasciatori diplomatici fuori da ogni giurisdizione planetaria. Stati di se stessi e cittadini del mondo”. Accusando il controllore di aver costituito un “attacco a uno stato libero perseguibile dalla corte mondiale”, con le sue richieste “pretenziose”.
L’assurda vicenda ha causato non pochi problemi agli altri passeggeri dell’Intercity Milano-Ventimiglia. Il treno è infatti stato costretto a rimanere fermo nella stazione di Pavia per quasi un’ora. Questo è stato il tempo necessario per la discussione con il controllore, l’arrivo dei Carabinieri e la successiva nuova discussione.
Dato il rifiuto di mostrare le loro generalità, il capotreno si è visto costretto a richiedere l’intervento della Polfer di Pavia, la quale ha provveduto a passare la segnalazione ai Carabinieri che sono giunti sul posto, dove si sono visti rifilare lo stesso documento plastificato già presentato al personale ferroviario. I quattro terrapiattisti sono stati infine accompagnati in caserma dai Carabinieri per l’identificazione.
La vicenda ha portato alla denuncia dei quattro terrapiattisti, per interruzione di pubblico servizio e per il loro rifiuto di fornire le generalità alle forze dell’ordine. Si tratta di un gruppo eterogeneo di persone, con età comprese tra i 26 ed i 43 anni e provenienti da diverse regioni d’Italia, da Nord a Sud, che secondo le forze dell’ordine erano perfettamente in grado di intendere e di volere.
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