Foto di Brian Yurasits su Unsplash
Chi non fuma storce il naso per molte cose che riguardano i fumatori e tra queste c’è sicuramente l’abbondanza dei filtri di sigarette sparsi ovunque per terra per le città. Se nel mondo vengono vendute ogni 6 trilioni di quest’ultime, l’80% dei fondi non finiscono nella spazzatura, ma rimangono in giro. La maggior parte di queste finisce poi negli oceani e sono così tante da diventare un problema.
Per i filtri delle sigarette non è così difficile raggiungere i mari. Sono così piccoli e leggeri che tra vento e acqua in poco tempo si trovano sulla giusta via. Una volta raggiunto l’ambiente acquatico vengono visti come cibo dai vari animali. Non importa se si tratta di volatili o pesci, le dimensioni e la forma li fanno sembrare un pasto appetitoso e di testimonianze ce ne sono fin troppe.
Non si tratta solo un problema in tal senso, ma l’inquinamento è molto più ampio. I filtri delle sigarette nello specifico non sono realmente biodegradabili. Sono composti da circa 15.000 singole fibre di plastica e secondo alcuni studi, ogni giorno passato in acqua almeno 100 microfibre vengono rilasciate. In sostanza, ogni giorno miliardi di nuovi frammenti di microplastiche vanno ad aggiungersi a quelle già presenti.
Qui entrano in un circolo vizioso e ormai sappiamo che questi frammenti inquinanti finiscono dovunque ormai. Non importa se si tratta il fondo degli oceani o la cima delle montagne del mondo e persino dentro di noi e ci arrivano attraverso diverse vie.
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