Il longevo e perfetto sistema immunitario degli squali potrebbe essere di grande aiuto per l’essere umano, portando allo sviluppo di nuovi farmaci e nuove terapie che affliggono l’uomo. Nei suoi oltre 400 milioni di anni di evoluzione, il sistema immunitario degli squali ha sviluppato difese meticolose e molto più precise di quelle umane, che sono infatti in grado di respingere quasi tutti i virus pericolosi e anche alcuni tumori potenzialmente letali.
Gli squali hanno anche eccezionali capacità di guarigione delle ferite, il che significa che le lesioni raramente portano alla morte. E ora grazie ad uno nuovo studio sembra che siamo riusciti a comprendere che cosa renda il sistema immunitario degli squali così efficace nel prevenire le malattie. Si tratta dunque di un risultato molto importante in quanto potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci ad esempio contro il cancro e l’artrite reumatoide.
Negli esseri umani, quando il sistema immunitario rileva la presenza di cellule estranee (come virus o batteri) rilascia anticorpi. Queste proteine specifiche si attaccano ad una specifica molecola sulla superficie del virus o dei batteri agendo poi da allarme e da antenna per le cellule del sistema immunitario più potenti, chiamate cellule T, in grado di uccidere l’ospite indesiderato.
Nel corso degli anni abbiamo sviluppato diverse terapie che prevedono l’uso di anticorpi artificiali, anticorpi “monoclonali”, iniettati nel corpo per agganciarsi alle cellule dannose da distruggere, come ad esempio le cellule tumorali, rendendole di fatto un bersaglio dell’apparato distruttivo del sistema immunitario.
Ma gli anticorpi umani e quelli artificiali sono grandi e voluminose molecole a forma di Y che, a causa delle loro dimensioni, di solito riescono a legarsi solo ad un piccolo numero di bersagli. Per questo motivo il sistema immunitario umano e i farmaci a base di anticorpi non sono sempre efficaci al 100%.
Ed è proprio in questo aspetto che gli squali potrebbero venirci in aiuto. Grazie a questo nuovo studio infatti è stato dimostrato che gli anticorpi di questi grandi pesci cartilaginei, hanno una dimensione inferiore a un decimo di quelli che umani, consentendogli di insinuarsi più in profondità tra batteri o cellule tumorali, migliorando le possibilità che si “attacchino” a un maggior numero di cellule bersaglio da segnalare al sistema immunitario per essere distrutte.
Inoltre, i test hanno dimostrato che gli anticorpi degli squali sono molto resistenti. Negli esperimenti infatti sono stati sottoposti a diverse condizioni di stress. I ricercatori li hanno bolliti e immersi in acido corrosivo, eppure sono sopravvissuti, come spiega la dott.ssa Caroline Barelle, amministratore delegato di Elasmogen Ltd, una società spin-out dell’Università di Aberdeen.
Elasmogen sta infatti sviluppando versioni sintetiche di anticorpi di squalo per la medicina umana. Sono ad esempio in fase di test degli anticorpi di squalo sintetici contro il cancro al seno triplo negativo, una forma aggressiva della malattia. L’idea è che le versioni artificiali di minuscoli anticorpi di squalo, iniettati nel flusso sanguigno, possano avere maggiori possibilità di legarsi alle cellule cancerose. Un’altra opzione è caricare le molecole di squalo con farmaci chemioterapici che possano raggiungere l’interno delle cellule tumorali.
Ma saranno necessari ancora molti test e studi ed i primi risultati per un eventuale cura del cancro, grazie agli anticorpi di squalo, potrebbero arrivare nei prossimi cinque-dieci anni.
Un altro obiettivo della ricerca con anticorpi di squali è l’artrite reumatoide. Alcuni test di laboratorio suggeriscono infatti che gli anticorpi di squalo artificiali potrebbero trasportare farmaci direttamente su un recettore specifico sulla superficie delle cellule nelle articolazioni infiammate.
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