Pensiamo ormai dopo milioni di anni di conoscere benissimo il nostro Sistema Solare, ma purtroppo non è cosi. Da decenni si sospetta che esista un nuovo pianeta che gli scienziati hanno chiamato “Pianeta 9“. Secondo le ipotesi e gli studi si troverebbe oltre Nettuno e Plutone, in una zona oscura, troppo lontana dalla luce stellare.
Le simulazioni fatte al computer suggeriscono che possa essere un pianeta delle dimensioni di Marte, quindi leggermente più piccolo della Terra. Fino ad oggi si è pensato che al di là di Nettuno ci sarebbe il regno dei pianeti nani come Plutone, Sedna, Eris e anche di corpi più piccoli, come le comete. Ma questa, secondo i ricercatori del recente studio, sarebbe una convinzione da rivedere.
Per comprendere appieno come è nato il sistema solare, gli scienziati utilizzano simulazioni al computer per vedere se condizioni o eventi iniziali speciali potrebbero evolversi in un sistema solare come il nostro. Molti astronomi, alla fine del XIX secolo, ipotizzavano l’esistenza di un pianeta X. La ragione di questo entusiasmo era che, meno di 50 anni prima, il pianeta Nettuno era stato scoperto seguendo le indicazioni dei matematici John Couch Adams e Urbain Le Verrier, che basarono i loro calcoli su discrepanze delle orbite di Urano, Saturno e Giove.
Secondo il loro ragionamento, se un pianeta era stato sorprendentemente scoperto solo calcolando le differenze tra orbite teoriche e reali dei pianeti già noti, allora c’era una reale possibilità che gli errori nell’orbita di Nettuno potessero essere spiegati da un pianeta ignoto. Nel 2003 fu scoperto un corpo celeste, classificato poi come pianeta nano, chiamato Sedna e posizionato nella parte più esterna del sistema solare. La scoperta della peculiare orbita di Sedna nel 2004 ha portato a ipotizzare che il pianeta nano avesse qualche forma di interazione con un corpo celeste di grandi dimensioni, diverso da uno dei pianeti conosciuti.
L’ipotesi di un misterioso pianeta nove ritornò fortemente alla ribalta nel 2016, quando due ricercatori, che dal 1998 stavano osservando la volta celeste alla sua ricerca, affermarono che le orbite di sei ETNO potevano essere spiegate dalla presenza del Pianeta Nove. Come visibile, i sei oggetti più distanti del sistema solare con orbite oltre Nettuno si allineavano tutti misteriosamente in una direzione. Se visti in tre dimensioni, si inclinavano tutti in modo quasi identico rispetto al piano del sistema solare, segno di un’influenza gravitazionale non ancora identificata. Secondo i due astronomi questa era la prova schiacciante dell’esistenza del Pianeta Nove e, in base ai dati raccolti, si spinsero nel disegnare anche la sua possibile orbita e non solo, ne descrissero alcune caratteristiche.
Ci troviamo di fronte alla conferma dell’esistenza del Pianeta 9? I due astronomi direbbero che non hanno dubbi in proposito, eppure la prova definitiva continuava a mancare. Tuttavia la questione era tutto fuorché conclusa, infatti, in tempi recenti è stato avviato un progetto di ricerca molto approfondito. Avrà prodotto i risultati sperati? Possiamo dire di si. Gli astronomi hanno scansionato l’87% del cielo accessibile dall’emisfero australe, raccogliendo dati dal 2013 al 2019. Sono state utilizzate varie tecniche per elaborare i dati, ossia un metodo che potrebbe essere in grado di scoprire deboli sorgenti al prezzo di ottenere scarse informazioni sulla posizione.
I risultati di questa scansione hanno prodotto circa 38.000 candidati grezzi, poi con una successiva scrematura sono stati ottenuti circa 3.500 candidati che potrebbero indicare un oggetto dalle caratteristiche simili a quelle del Pianeta Nove. Il team è sicuro al 95% che la nuova indagine escluda la presenza di un oggetto sconosciuto nel sistema solare all’interno dell’area rilevata, ma afferma anche che sono stati identificati 10 segnali sono più promettenti degli altri. Ancora una volta non ci sono certezze, poiché potremmo trovarci di fronte a del rumore casuale generato dallo spazio o dalla tecnologia utilizzata, dunque la parola fine non è stata ancora scritta.
Va anche detto che quest’ultima indagine non può essere definita esaustiva, in quanto a conti fatti la ricerca elimina solo il 17% del totale delle possibili orbite in cui potrebbe muoversi il Pianeta Nove se fosse un oggetto di massa 5 volte superiore a quella della Terra e il 9% delle possibili orbite per un pianeta con 10 Masse terrestri.
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