È da quando sono stati inventati i primi cellulari che veniamo bombardati con questo terrorismo psicologico in merito alla possibilità di insorgenza di tumori. La preoccupazione nasce dal fatto che i cellulari prima e gli smartphone ora sfruttano radiofrequenze elettromagnetiche. A questo si aggiunge il fatto che questo genere di dispositivo si trova spesso a stretto contatto con parti sensibili del nostro corpo.
Nel corso degli ci sono stati un’infinità di studi. Alcuni sono in corso da un paio di decenni e si tratta di quelli più affidabili in quanto vanno a esaminare un uso veramente prolungato. La maggior parte degli studi, la stragrande totalità, ha evidenziato come non c’è nessun rischio effettivo e questo per il fatto che le suddette a radiofrequenze non sono ionizzate, oltre che a essere molti deboli. Non hanno abbastanza energia per danneggiare il DNA e dare vita a tumori o forme di cancro.
Nonostante la scienza sia stata abbastanza chiara in merito, la Corte d’Appello di Torino la pensa diversamente. I giudici hanno stabilito che l’uso prolungato di questi dispositivi può causare l’insorgenze delle patologie sopracitate. La sentenza è una conferma di una precedente del 2017.
Una sentenza che lascia perplessi anche alla luce di un rapporto tutto italiano rilasciato l’anno scorso durante l’estate. L’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Arpa Piemonte, Enea e Cnr-Irea non ha dato nessuna conferma rispetto all’aumento di forme tumorali in relazione all’uso di smartphone.
Una sentenza che lascia perplessi e che porterà sicuramente a strascichi importanti e numerose altre discussioni senza ne capo ne coda. Io nel frattempo continuo a usarlo.
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