Due anni fa, un documentario della PBS ha mostrato un polpo di nome Heidi in un apparente stato di sogno attivo. I suoi tentacoli si contraevano mentre si assopiva, e la sua pelle si muoveva freneticamente facendolo assomigliare a un alieno. Ma ancor più sorprendente è il fatto che il cefalopode cambiava colore, lampeggiando in verde e rosso come un cartellone pubblicitario malfunzionante. Questo ha suscitato la curiosità dei ricercatori in merito ai sogni dei polpi.
Molti hanno interpretato questi comportamenti come se il polpo stesse sognando, ma questo è difficilmente dimostrabile, viste le scarse conoscenze che attualmente abbiamo sul cervello dei cefalopodi e, in una certa misura, sulla loro intelligenza (per quanto l’intelligenza possa essere legata al sogno, il che non è scontato). Una nuova ricerca apparsa sulla rivista iScience costituisce un importante passo avanti verso la verità, documentando due stati di sonno alternati nei polpi. Lo studio non dimostra che questi invertebrati acquatici sognino, ma dimostra che i polpi entrano in stati di sonno strettamente analoghi al sonno non-REM e REM che si osserva nei mammiferi e negli uccelli; quest’ultimo, in particolare, è associato al sogno.
Dan Margoliash, docente della Facoltà di Psicologia alla University of Chicago che non ha partecipato allo studio, spiega che si tratta di un significativo progresso dell’analisi del sonno del polpo. Dal canto suo Sylvia Medeiros, autrice principale del nuovo studio e studentessa di dottorato iscritta al Neuroscience Graduate Program dell’Università Federale di Rio Grande do Norte in Brasile, ha studiato il sonno nei polpi perché, spiega, questo offre un punto di osservazione per il confronto psicologico e neurobiologico con i vertebrati, dal momento che il polpo possiede diverse caratteristiche cognitive sofisticate che si vedono solo in alcune specie di vertebrati, ma un’architettura cerebrale molto diversa.
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