Pochi giorni fa, il team di difesa planetaria dell’Agenzia Spaziale Europea ha osservato un fenomeno cosmologico estremamente raro, cioè il momento in cui un oggetto riesce a sfuggire alla gravità del nostro pianeta, evento questo che normalmente esula dal contesto dei loro studi. Alle 20:15 circa del 10 febbraio, poco più di 20 ore dopo dal lancio della sonda Solar Orbiter, il team ha colto l’occasione per catturare una sequenza di immagini usando il telescopio Schmidt, situato a Calar Alto, in Spagna.
La sequenza segue gli eventi per un lasso di tempo di circa 10 minuti ed è composta da 36 scatti ogni 10 secondi. Nel momento in cui essa è stata scattata, Solar Orbiter si trovava a circa 310.000 chilometri di distanza dalla Terra e iniziava il suo viaggio verso Venere, il cui rientro è previsto per il Natale di quest’anno. Passando all’interno dell’orbita della Luna, l’oggetto registrato era che un punto sfocato nel cielo, che brillava con un’intensità pari a quella di una stella di magnitudo 19,5 (circa 250.000 volte al di sotto della soglia minima che ci permette l’osservazione ad occhio nudo).
Il Near-Earth Object Coordination Centre, con sede presso il Centro per l’osservazione della Terra in Italia, coordina e contribuisce all’osservazione di piccoli corpi celesti che circolano nel sistema solare, al fine di valutare e monitorare il rischio che essi possano rappresentare per il nostro pianeta. Le osservazioni raccolte grazie a Solar Orbiter sono state effettuate sulla base di una proposta di Gerhard Holtkamp, un appassionato astronomo dilettante che lavora sul posto guidando i tour pubblici del centro controllo missione dell’ESA.
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