Dopo aver subito due rinvii, per un problema tecnico e per un ritardo dal sito di assemblaggio, finalmente ha avuto luogo il lancio della Solar Orbiter. La sonda ha lasciato il suolo terrestre per dirigersi verso il Sole, ieri mattina alle 05:03 (ora italiana). Il lancio è avvenuto dalla rampa 41 del Kennedy Space Center.
La Solar Orbiter si è distaccata dal razzo Atlas V 411 circa 53 minuti dopo il lancio e ora punta dritta verso il Solo attorno a cui si manterrà in orbita per 180 giorni. La sonda raggiungerà la nostra Stella solo tra 1 anno e dieci mesi e si posizionerà a circa 42 milioni di chilometri dalla sua superficie. Per questo motivo la sonda è protetta da uno speciale scudo termico che resisterà a temperature fino ai 600° C.
Una volta raggiunta la sua orbita attorno al Sole, la Solar Orbiter sarà operativa ed inizierà a studiare l’eliosfera e l’ambiente attorno al Sole come mai era stato fatto fino ad ora. La sonda si concentrerà non solo sulla nostra stella, ma anche su come è influenzata dal vento solare, il flusso di particelle cariche che si espande a 450 km/s e che trascina con se il campo magnetico del Sole.
Per studiare la stella in tutti i suoi dettagli, il Solar Orbiter sarà fornito di molti sofisticati strumenti che avranno una visuale ottimale del Sole grazie all’orbita inclinata di 33° rispetto all’equatore solare.
Molti degli strumenti in dotazione a questa sonda, realizzata in collaborazione tra NASA ed ESA, nascono da progetti italiani, sia in termini industriali che scientifici. Si tratta del coronografo Metis, dei sensori Solar Wind Analyser e del telescopio Stix.
Il coronografo Metis è, come racconta il prof. Marco Romoli dell’Università di Firenze, “un telescopio in grado di creare un’eclissi artificiale di Sole. In questo modo può osservare la corona solare quando si trova al perielio, quella regione dell’atmosfera solare nella quale avvengono l’accelerazione del vento solare e l’evoluzione delle eruzioni chiamate coronal mass ejection (o Cme)”.
Il Solar Wind Analyser è invece costituito da una serie di quattro sensori che hanno lo scopo di studiare e rilevare i dati relativi al vento solare. Mentre il telescopio Stix, sarà un occhio a raggi X puntato sul Sole per studiarne solo i brillamenti.
Le analisi della Solar Orbiter saranno fondamentali per comprendere a pieno i processi fisici che sono alla base degli eventi solari come il riscaldamento e l’accelerazione del plasma, così come molti altri eventi importanti per la comprensione della fisica solare e più in generale dell’astrofisica.
Sappiamo infatti che il vento solare determina eventi che hanno effetto sul nostro pianeta come le tempeste magnetiche. Lo studio del Solar Orbiter sarà dunque molto importante anche dal punto di vista applicativo, come spiega Fabio Favata, coordinatore delle missioni scientifiche dell’ESA, il quale ritiene che il Solar Orbiter “ci permetterà di capire l’ambiente in cui si trova la Terra e, in futuro, potrebbe consentire previsioni di meteorologia spaziale“.
La durata nominale della missione della sonda sarà di cinque anni, ma potrà essere estesa di altri 3 anni. Complessivamente il suo costo si aggira attorno ad 1,5 miliardi di euro. Inoltre il suo lavoro sarà integrato con i dati provenienti dalla Parker Solar Probe della NASA, anch’essa in orbita attorno al Sole e concentrata sullo studio dell’eliosfera.
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