Che la solitudine sia di fatto una condizione che pone pesanti colpi alla salute di una persona, e lo si è visto ormai in molti studi in questi ultimi decenni, un nuovo studio ne sottolinea il legame anche con gli incubi notturni. Una ricerca ha infatti sottolineato come mentre si dorme, questa condizione è in grado di facilitare la comparsa dei brutti sogni, aumentandone quindi la frequenza ma anche l’intensità.
Le parole dei ricercatori: “Una caratteristica del sonno disturbato che i ricercatori stanno iniziando a studiare in relazione alla solitudine è la frequenza e l’intensità degli incubi, che sono sogni vividi e spesso terrificanti che interrompono frequentemente il sonno ristoratore. Sebbene alcuni studi abbiano documentato correlazioni tra solitudine e frequenza e intensità degli incubi. Si sa poco sui meccanismi che spiegano la varianza in tali associazioni”.
Lo studio sulla solitudine ha preso i dati di uno precedenti per cercarne una conferma che aveva appunto mostrato questo collegamento. Ad aggiungere qualcosa c’è stato un secondo set di dati che ha cercato di capire i sentimenti sulla solitudine e lo stress legati agli incubi vissuti dai volontari. Per i ricercatori non si può comunque parlare di un collegamento netto, ma non si può neanche ignorare quello che si potrebbe definire come un tratto evolutivo mirato a evitare tale condizione.
“Un sonno ristoratore di qualità è un perno per il funzionamento cognitivo, la regolazione dell’umore, il metabolismo e molti altri aspetti del benessere. Ecco perché è così importante studiare gli stati psicologici che disturbano il sonno, tra cui la solitudine è il principale.”
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