La scomparsa del sommergibile Titan si è conclusa nel più tragico degli scenari, con il ritrovamento dei detriti del mezzo subacqueo che hanno confermato il sospetto della sua implosione. Gli esperti ritengono che i materiali utilizzati per costruire il sommergibile potrebbero essersi incrinati sotto la pressione dell’acqua nelle profondità oceaniche.
Dopo 4 giorni di ricerca del sommergibile Titan, scomparso con a bordo 5 persone mentre era in esplorazione del relitto del Titanic, si è dunque conclusa con l’annuncio della sua implosione e la notizia della morte di tutte le persone a bordo, come ha confermato la Guardia Costiera degli Stati Uniti (USCG).
Un veicolo di ricerca subacquea telecomandato (ROV – remotely operated vehicle) ha infatti individuato i detriti del sommergibile Titan sul fondo dell’oceano, a circa 488 metri dalla prua del Titanic. Non ci sono ancora prove definitive di come e quando ciò sia accaduto accaduto, ma gli esperti del settore ritengono che l’implosione sia avvenuta proprio il giorno dell’immersione, ovvero domenica 18 giugno.
Il Titan era un sommergibile di 10.432 chilogrammi progettato per ospitare cinque persone a bordo, di cui tre ospiti paganti. Lungo 6,7 metri, largo 2,8 metri e alto 2,5 metri, è in grado di immergersi fino a 4.000 metri di profondità e può viaggiare ad una velocità massima di 3 nodi.
Lo scafo è realizzato in fibra di carbonio e titanio e progettato per proteggere l’equipaggio dalla pressione dell’acqua, che a 3.800 metri di profondità nel sito del relitto del Titanic è di circa 400 atmosfere.
Gli esperti hanno messo in dubbio l’uso del titanio e della fibra di carbonio per le immersioni a profondità così elevate, poiché i due materiali hanno proprietà diverse. Il titanio è elastico e può adattarsi ad una vasta gamma di sollecitazioni e pressioni senza sollecitazioni permanenti sul materiale. Mentre la fibra di carbonio è più rigida e non è elastica, ed è quindi spesso soggetta a screpolature.
Si ipotizza dunque che le differenze nei materiali potrebbero aver creato un difetto nello scafo, innescando l’implosione dovuta alla pressione sottomarina. L’implosione avrebbe ucciso tutte le persone a bordo in meno di 20 millisecondi, una velocità superiore a quella che il cervello impiega ad elaborare le informazioni.
Ph. Credit: Isabeljohnson25, opera propria
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