Un po’ tutti ci siamo stupiti quando da piccoli abbiamo scoperto che in realtà gli anelli di Saturno non sono in realtà come vengono rappresentati, ma sono piuttosto degli ammassi di rocce che girano intorno al pianeta. In ogni caso, questo pianeta è stato il punto d’approdo finale della sonda Cassini nel 2017. La sonda, prima di autodistruggersi gettandosi all’interno della parte più alta dell’atmosfera, ha raccolto una moltitudine inverosimile di dati. Quest’ultimi sono tutt’ora analizzati dagli esperti della NASA ed ogni si scopre qualcosa di nuovo come il fatto che gli anelli piovono sul pianeta.
Per noi la pioggia, detto semplicemente, è acqua che cade del cielo e siamo appunto abituati ad associare tale fenomeno a tale elemento. Sappiamo però che in altri pianeta o corpi celesti questo fenomeno può prendere connotazioni diverse. Per esempio su Titano piove metano mentre a quanto pare su Saturno piove materiale solido. Certo, non è strettamente lo stesso tipo di fenomeno meteorologico, ma è effettivamente quello che succede.
Un documento pubblicato su Science spiega l’evento. Il materiale che forma gli anelli gocciola sotto forma di polvere cadendo sul pianeta attirata dalla forza di gravità. Detto così non sembra niente di eccezionale, ma i numeri parlano di 10.000 Kg di materiale che piove ogni secondo, o almeno sono i dati che la sonda ha raccolto negli ultimi viaggi intorno a Saturno.
Altri dati raccolti rivelano che questa caduta di materiali non risulta sempre lineare. A volte si scontrano disperdendosi mentre può capitare che il materiale venga risucchiato nel campo magnetico del pianeta. Questo crea un altro fenomeno ancora chiamato dagli esperti come ring rain o pioggia ad anello.
La domanda sorge spontanea: gli anelli un giorno spariranno?
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