News

Ecco SPOCK, l’intelligenza artificiale della NASA che studierà gli esopianeti

Un team di astrofisici della NASA ha affidato il compito di scovare nuovi sistemi stellari nelle ad una IA. Il sistema, soprannominato SPOCK dalla NASA e dall’astrofisico Daniel Tamayo dell’Università di Princeton, è infatti in grado di prevedere i percorsi degli esopianeti e determinare quali rimarranno stabili e quali si schianteranno contro altri mondi o stelle, in modo molto più preciso e su più larga scala di quanto gli uomini potranno mai fare. Da quando il primo esopianeta è stato scoperto nel 1995, gli scienziati ne hanno scoperti oltre 4.000: più di 700 di loro si trovano in sistemi solari che ospitano più di un pianeta, ha dichiarato Tamayo in un comunicato.

 

Il compito di SPOCK è quello di determinare quali pianeti sono destinati al collasso e quali riusciranno invece a sopravvivere nel cosmo

Non possiamo sbilanciarci al punto da stabilire quale pianeta sopravvivrà e quale andrà distrutto in qualche evento cosmico“, ha precisato Tamayo. “L’obiettivo invece è, per un dato sistema, escludere tutte le possibilità instabili che si sarebbero già scontrate e non potrebbero esistere al giorno d’oggi“. SPOCK si ferma dopo 10.000 orbite e “addestra” un algoritmo di apprendimento automatico utilizzando la dinamica dell’orbita considerata. Alla fine, il sistema impara a prevedere le collisioni con larghissimo anticipo.

Abbiamo chiamato il modello SPOCK (acronimo di Stability of Planetary Orbital Configurations Klassifier) il modello determina se i sistemi solari studiati vivranno a lungo e prospereranno“, ha detto Tamayo, omaggiando anche lo storico personaggio di Star Trek, interpretato dall’indimenticato Leonard Nimoy. “SPOCK è particolarmente utile per dare un senso ad alcuni dei sistemi planetari lontani recentemente individuati dal telescopio Kepler“, ha detto Jessie Christiansen, astrofisica dell’archivio Exoplanet della NASA. “È difficile limitare le loro proprietà con i nostri strumenti attuali“, ha detto. “Sono pianeti rocciosi, giganti di ghiaccio o giganti gassosi? O qualcosa di mai visto prima? Questo strumento ci consentirà di escludere potenziali composizioni e configurazioni di pianeti che sarebbero dinamicamente instabili e ci permette di farlo in modo più preciso che mai“.

Nello Giuliano

Recent Posts

Forza fisica e vita sessuale: il legame tra muscoli e attrattività

La forza della parte superiore del corpo è stata a lungo considerata un indicatore di salute, resistenza fisica e attrattività.…

21 Febbraio 2025

Il cervello ha un secondo stomaco: ecco perché non resistiamo ai dolci

Chi non ha mai detto "sono sazio, ma un dolcetto ci sta"? Ora la scienza ci spiega perché: il nostro…

21 Febbraio 2025

Candele in casa: l’inquinamento che non ti aspetti

Più la scienza approfondisce il mondo che ci sta attorno, più veniamo a conoscenza che ci sono certe abitudine all'apparenza…

21 Febbraio 2025

Amazon: scopriamo insieme le nuove offerte hi-tech

Il fine settimana Amazon è ricco di promozioni interessanti. Se siete alla ricerca di qualche nuovo prodotto tecnologico, ora potrebbe…

21 Febbraio 2025

iPhone 16e: tutto sul nuovo smartphone Apple

Apple ha finalmente presentato il suo nuovo smartphone "economico". Il nome non è iPhone SE 4, come molti credevano, ma…

20 Febbraio 2025

Le auto elettriche potrebbero presto avere un tubo di scarico

Potrebbe sembrare un paradosso, ma le auto elettriche del futuro potrebbero essere dotate di un tubo di scarico. Non si…

20 Febbraio 2025