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Squali, ecco come sopravvissero ai dinosauri e si adattarono all’ambiente

Gli squali sono una delle razze di animali più antiche e durature esistenti. Basta pensare che si sono ritrovati fossili di essi di ben 400 milioni di anni fa, il che significa che gli squali sono riusciti a sopravvivere ai dinosauri, a sopravvivere alle estinzioni di massa e che si sono anche adeguatamente adattati all’ambiente. Esso, infatti, è l’animale per eccellenza al vertice della catena alimentare per cui non ha predatori se si esclude appunto l’uomo.

Ma come hanno fatto gli squali ad arrivare a ciò? Come sono sopravvissuti ai dinosauri e come si sono evoluti? Proviamo a scoprirlo.

 

L’evoluzione degli squali

Poiché gli scheletri di squalo sono fatti di cartilagine morbida, che non si fossilizza bene, la maggior parte di ciò che gli scienziati sanno sugli antichi squali proviene da denti, squame e fossili di colonna vertebrale. La cartilagine degli squali è diversa dalla maggior parte dei pesci in quanto hanno scheletri più pesanti fatti di ossa. Avere uno scheletro fatto di cartilagine leggera consente agli squali di conservare energia e nuotare per lunghe distanze, e quindi ha permesso anche di sopravvivere alle numerose specie predatrici di dinosauri marini.

“Da alcuni dei tessuti molli che abbiamo trovato fossilizzati, i primi squali avrebbero avuto un piano corporeo simile alla maggior parte dei moderni squali”, ha dichiarato Emma Bernard, curatrice dei fossili di pesce presso il British Natural History Museum.
“Il filo conduttore è che sfruttano diverse parti dell’ecosistema marino”, ha spiegato Bernard. “Quindi più un animale è generalista, più è probabile che si adatterà e sopravviverà ai cambiamenti nel suo ambiente, e il gruppo nel suo insieme sopravviverà”

Un altro aspetto fondamentale senza dubbio che ha permesso l’adattamento all’ambiente degli squali è il loro senso in più: la capacità di rilevare i campi elettromagnetici. Ciò significa che possono rilevare il campo magnetico terrestre, nonché i piccoli campi elettrici che gli animali marini creano quando muovono i muscoli.
“Lo usano per la navigazione, per nuotare nell’oceano aperto e anche per trovare prede sepolte sotto la sabbia. Ecco perché le teste di martello hanno quella forma. È come spazzare un metal detector sulla sabbia.”

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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