Grazie al lavoro dei ricercatori dell’Università di Tel Aviv, è stato compiuto un importantissimo passo avanti in ambito medico, in quanto sono riusciti a creare organi in laboratorio! I ricercatori hanno stampato un cuore in 3D, completo di muscoli e vasi sanguigni. Ma quanto tempo ci vorrà prima che gli organi così creati possano essere pronti per l’uso? Secondo gli esperti, saranno necessari ancora diversi anni di studi.
Stampare un organo è un’impresa molto più complicata di quanto si pensi, ben diversa dall'”assemblare” un insieme di cellule e dar loro la forma di un cuore o di un rene. Tenendo presente questo, il risultato raggiunto dai ricercatori di Tel Aviv segna un deciso passo in avanti verso un processo di “superamento” degli organi standard.
In un video diffuso in rete, viene mostrato un cuore vivente nel momento in cui viene stampato. Il processo di stampa 3D crea non solo le cellule del cuore, ma anche i vasi sanguigni e altre strutture di supporto. Si tratta di un piccolo cuore, delle dimensioni di quello di un coniglio, ma le implicazioni sono tantissime; infatti non solo le cellule sono vive, ma tutti i diversi tipi di cellule in esso presenti provengono da un singolo donatore umano.
“Questo elemento è molto importante perché azzera le possibilità di rigetto“, ha detto il dottor Anthony Atala del Wake Forest Institute for Regenerative Medicine. Il dottor Atala è un pioniere della stampa 3D di organi e tessuti; ha poi spiegato come le cellule utilizzate per stampare il cuore provenissero dal tessuto grasso di un solo donatore, che veniva poi trasformato in cellule staminali e quindi differenziato in vari tipi di cellule.
Si tratta di un cuore a tutti gli effetti, costituito da cellule viventi, ma allo stato attuale non è in grado di pompare liquidi e quindi generare un flusso. “Un cuore funzionante deve potersi contrarre e deve essere collegato agli altri vasi sanguigni per funzionare“, spiega il dottor Atala.
I primi organi e tessuti che saranno stampati per essere impiegati per l’uso umano effettivo saranno più semplici: vesciche, orecchie, vasi sanguigni e trachea, alcuni dei quali sono già stati impiantati nei pazienti, ha fatto sapere Atala. La prima applicazione del lavoro condotto dai ricercatori israeliani sarà un “patch cardiaco“, ossia un intervento che consiste nel posizionare un frammento di tessuto cardiaco funzionante per riparare il danno causato dagli attacchi cardiaci.
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