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Stazione Spaziale lunare: il Canada pronto ad aiutare la NASA

Da tempo la NASA ha fatto sapere di voler riportare sulla Luna l’uomo, anche se sarebbe più giusto dire gli Stati Uniti. Non c’è da stupirsi, fondamentale ai tempi della guerra era fondamentalmente un mezzo per dimostrare la forza del paese rispetto all’Unione Sovietica. In ogni caso il progetto è questo, ma con l’aggiunta di una stazione spaziale orbitante che verrà chiamata Gateway.

Per raggiungere questo progetto servono dei partner in quanto il progetto è costoso è da tempo sono stati tagliati i fondi all’ente da parte del governo; facendo riferimento di nuovo al passato, ci sono state diverse proteste contro la NASA proprio perché vista spesso come uno spreco di fondi derivanti dalle tasse dei cittadini. Il primo partner in tal senso è stato trovato e si tratta dei vicini del USA ovvero il Canada.

 

Pronti ad aiutare la NASA

La costruzione della Stazione Spaziale Internazionale, come suggerisce il nome, è stato uno sforzo comune e anche per Gateway ci sarà bisogno di uno sforzo collettivo. La stazione in sé sarà molto più contenuta rispetto a quella che orbita intorno alla Terra, ma sarà fondamentale proprio per il ritorno degli astronauti sul nostro satellite. La speranza è di riuscire ad arrivarci entro il 2020, ma anche con tutto l’aiuto possibile sembra un obiettivo troppo vicino.

Ecco la dichiarazione della NASA in merito all’aiuto canadese: “La NASA è entusiasta del fatto che il Canada sia il primo partner internazionale per l’avamposto lunare del Gateway. La nostra nuova collaborazione sul Gateway consentirà alla nostra più ampia partnership internazionale di arrivare alla Luna e alla fine di Marte.

L’aiuto previsto è di 1,5 miliardi dollari e l’impegno per una collaborazione di 24 anni, ma più importante sarà l’aiuto dato con le braccia robotiche note come Canadarm (evidente gioco di parole). Durante l’assemblaggio dell’ISS infatti le originali Canadarm 1 e 2 avevano svolto un ruolo cruciale e solo anche servite a riparare il telescopio Hubble di recente.

Giacomo Ampollini

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