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Stonehenge potrebbe aver avuto delle curiose proprietà acustiche

Un team di ricercatori dell’Università di Salford e dell’English Heritage è riuscito a mettere a punto un modello in scala ridotta di Stonehenge per testare le proprietà acustiche dell’antico monumento. Nella ricerca, pubblicata sul Journal of Archaeological Science, Trevor Cox, Bruno Fazenda e Susan Greaney spiegano i loro approfondimenti volti ricreare le proprietà acustiche della Stonehenge di un tempo, quando il complesso fu costruito.

 

Gli scienziati hanno dovuto creare un modello in miniatura del complesso di Stonehenge

Stonehenge è un celebre monumento situato nella pianura di Salisbury, nel Wiltshire, in Inghilterra. Il complesso è stato studiato da molti esperti nel corso degli anni e in quest’ultima ricerca i ricercatori si sono chiesti se la particolare disposizione delle pietre e dei monoliti che lo compongono possa aver conferito al monumento proprietà acustiche. Per scoprirlo, hanno costruito un modello in scala ridotta che rappresentava Stonehenge quando era completo e poi ne hanno verificato tali proprietà.

Per ricreare accuratamente il monumento, i ricercatori hanno utilizzato i dati della scansione laser, frutto del lavoro di altri ricercatori, come input per una stampante 3D. Hanno poi utilizzato i dati di altre ricerche per ricreare le pietre mancanti nel sito di Stonehenge; tutte le pietre sono state trattate per replicare le proprietà delle pietre reali, in Inghilterra. Una volta pronto il modello in scala 1:12, i ricercatori vi hanno installato altoparlanti e microfoni dentro e fuori. Il test consisteva nel riprodurre suoni naturali, come ad esempio un cinguettio, che coprivano la gamma da frequenze molto basse a frequenze molto alte. I dati dei microfoni sono stati registrati e poi analizzati.

 

Similmente ad una moderna sala di registrazione, il monumento potrebbe aver avuto la funzione di amplificare voci e suoni

I ricercatori hanno scoperto che le proprietà fisiche delle pietre, come la loro composizione e la loro forma, hanno contribuito al riverbero all’interno del monumento. Più specificamente, hanno scoperto che il tempo di decadimento a 60 decibel era di 0,6 secondi all’interno del monumento, ma al di fuori di esso tali rilevamenti erano diversi. I ricercatori suggeriscono a questo punto che un riverbero di tale entità avrebbe agevolato le comunicazioni all’interno del monumento, ma non solo.

Stonehenge avrebbe poi avuto anche la capacità di intensificare il suono della musica, in maniera simile a quanto oggi accade nelle sale di registrazione; inoltre, i ricercatori hanno notato un’assenza dell’eco, probabilmente grazie alla disposizione delle pietre più esterne. Tuttavia, secondo gli scienziati Stonehenge non sarebbe stato costruito esclusivamente per le sue proprietà acustiche; studi precedenti hanno infatti ipotizzato che il sito potrebbe aver avuto anche una funzione rituale, fungendo ad esempio da luogo di sepoltura, nel quale le proprietà acustiche sarebbero state solo una caratteristica aggiunta, forse successivamente.

Nello Giuliano

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