Le buche stradali rappresentano un problema globale, causando danni ai veicoli e mettendo a rischio la sicurezza degli automobilisti. Un team di ricercatori del King’s College di Londra, in collaborazione con la Swansea University e scienziati cileni, ha sviluppato una tecnologia rivoluzionaria che potrebbe eliminare il problema alla radice: un asfalto auto-riparante capace di rigenerarsi da solo.
Il segreto di questa tecnologia sta nell’uso di spore di origine biologica, materiali microscopici in grado di rilasciare sostanze riparatrici quando si formano crepe nell’asfalto. Questi “ringiovanitori” a base di olio riciclato vengono incorporati nel bitume, il componente chiave dell’asfalto, permettendogli di recuperare la sua struttura e resistenza originaria.
Le riparazioni stradali sono estremamente costose: negli Stati Uniti si stima che gli automobilisti spendano 3 miliardi di dollari all’anno per danni ai veicoli causati dalle buche. In Regno Unito, il costo per riparare le strade supera i 143,5 milioni di sterline all’anno. Questa nuova tecnologia non solo potrebbe ridurre drasticamente tali spese, ma avrebbe anche un impatto ambientale positivo, grazie all’uso di rifiuti di biomassa per diminuire la dipendenza dai materiali derivati dal petrolio.
Sebbene il progetto sia ancora in fase sperimentale, i primi test di laboratorio hanno dimostrato che l’asfalto auto-riparante è in grado di riparare microfessure nel giro di un’ora. Se implementata su larga scala, questa innovazione potrebbe trasformare radicalmente le infrastrutture stradali, rendendo le riparazioni meno frequenti e migliorando la qualità della viabilità urbana.
Grazie a questa tecnologia ispirata alla natura, il futuro delle strade potrebbe essere più sicuro, economico e sostenibile.
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