Dalla scoperta delle onde gravitazionali, le increspature nel tessuto dello spazio-empo, gli astronomi e gli astrofisici hanno iniziato a studiarle ed osservarle, rilevando una miriade di eventi in grado di emetterli, come lo scontro e la fusione di due buchi neri.
L’attuale rete globale di rilevatori di onde gravitazionali hanno sino ad ora permesso di identificare circa 50 eventi in tutto, mostrando che i buchi neri sono più comuni e più insoliti di quanto si immaginasse. Rivelando anche il modo in cui i buchi neri si scontrano prima di fondersi.
L’alto numero di studi e di ricerche è davvero importante dal punto di vista scientifico. Un singolo evento può non essere determinante per la realizzazione di un modello astrofisico. Ma con una serie numerosa di eventi si possono iniziare a formulare teorie più vincolanti e ad avere una maggiore comprensione di questi eventi legati ai buchi neri.
Le osservazioni delle onde gravitazionali sono possibili grazie a tre giganteschi strumenti ottici, gli interferometri, in grado di registrare lo stiramento infinitesimale dello spazio provocato da un’onda gravitazionale che passa. Attualmente, sparsi sul pianeta, abbiamo tre interferometri, due fanno parte del Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO), in Louisiana e nello stato di Washington; mentre il terzo, Virgo, si trova vicino Pisa.
LIGO e Virgo avevano inizialmente individuato 11 eventi distinti, grazie alle onde gravitazionali emesse, inclusa una fusione di stelle di neutroni. Nelle nuove osservazioni, realizzate da aprile a settembre 2019, il team è riuscito ad identificare e catalogare altri 37 eventi di fusione di questi corpi celesti misteriosi, una probabile fusione di stelle di neutroni e una possibile fusione di un buco nero e una stella di neutroni.
La scoperta e l’analisi di tutti i 50 eventi mostrano che la diversità e la varietà dei buchi neri e degli eventi ad essi correlati, è molto più ampia di quanto ritenessimo. Inoltre questa sorta di censimento dei buchi neri, ha permesso hai ricercatori di acquisire nuove informazioni per cercare di capire se i buchi neri che si fondono sono nati da stelle che erano già in un sistema binario o se si sono formati distintamente e si sono incontrati, o scontrati.. I ricercatori ritengono, dall’analisi di questi eventi, che entrambe le condizioni siano possibili.
Questo grande quantitativo di dati, osservazioni e scoperte, è stato possibile grazie alla crescente sensibilità e tecnologia degli interferometri LIGO e Virgo, che sono ormai in grado di individuare eventi sempre più deboli e distanti. Ora sono dunque ansiosi di ampliare il loro catalogo di buchi neri, rivelando le caratteristiche di più eventi che li riguardano.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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