Molti bagnanti hanno segnalato la presenza di pietre vulcaniche sui litorali dello stretto di Messina. Le pietre sembrerebbero provenire dall’eruzione dello Stromboli dello scorso 3 Luglio. Con due forti esplosioni che alle 16:46 hanno scosso lo Stromboli, il vulcano è tornato a far sentire la sua voce. I due eventi sono stati tra i più forti mai registrati da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, ovvero dal 1985.
Sono molte le persone che hanno segnalato la presenza, tra Messina e Reggio Calabria, di piccole rocce vulcaniche leggere e galleggianti, che rimangono sulla superficie dell’acqua. In un primo momento è sembrato si trattasse di sporcizia, ma osservando meglio ci si è resi conto che si trattava di pietre provenienti dall’eruzione dello Stromboli. Il materiale piroclastico è giunto dall’Isola di Stromboli allo Stretto di Messina, quasi due settimane dopo l’esplosione del vulcano, grazie alle correnti marine.
Dopo questo evento parossistico del 3 Luglio, continua ancora l’attività del vulcano, con una continua alimentazione della colonna magmatica superficiale. Questo è quello che ha dichiarato il Laboratorio di Geosifica Sperimentale dell’Università di Firenze. Il bollettino, è stato emesso il 15 Luglio scorso a seguito della raccolta di dati, misurazioni ed osservazioni, strumentali e dirette, e descrive la continua attività esplosiva del vulcano.
Il continuo trasporto di magma nelle parti sommitali dei condotti e la mancanza di parte dei bordi della terrazza del cratere, fanno si che il magma continui a fuoriuscire nella parte occidentale del vulcano e nel settore centrale.
La normale attività del vulcano Stromboli è solo di tanto in tanto interrotta da episodi come questi, che sono noti con il nome di parossismi stromboliani, degli eventi improvvisi ed esplosivi. Si tratta di alcuni tra gli eventi più pericolosi che riguardano lo Stromboli, in quanto si parla di esplosioni molto violente che coinvolgono più di una bocca vulcanica alla volta.
Esistono diversi tipi di parossismi, suddivisi in due categorie, le esplosioni maggiori e quelle di larga scala (o parossismi semplici). I primi corrispondono a delle esplosioni che coinvolgono contemporaneamente diverse bocche e diversi settori della terrazza del cratere. Le esplosioni maggiori comportano quindi la produzione di getti di gas e piroclasti che raggiungono diversi metri di altezza. Il materiale più leggero può, come in questo caso, spingersi fino alla costa ed essere poi trasportato dalle correnti marine.
I parossismi di larga scala invece, producono blocchi di materiali di dimensioni maggiori e consistono nell’esplosione in serie di tutte le bocche attive, a poca distanza di tempo l’una dall’altra.
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