Il mercato di Wuhan, conosciuto solo da pochi cinesi fino al 2019, è diventato probabilmente il mercato cinese più conosciuto dell’intero pianeta. Non per qualcosa di speciale che vende, ma perché è lì che è nata la più grande pandemia del secolo, quella relativa al COVID-19.
Da allora sono apparse diverse teorie, alcune per rafforzare questa idea, altre per contraddire questa tesi.
Un team di scienziati in Cina ha pubblicato analisi di campioni raccolti nel 2020, nel mercato che potrebbero essere direttamente collegati alla comparsa del coronavirus. Questo studio dovrebbe aprire nuove linee di indagine su come è iniziata la pandemia.
L’analisi rivela che i campioni risultati positivi al virus contenevano anche materiale genetico di animali selvatici. Gli scienziati ritengono che questo studio sia un’ulteriore prova che la malattia è stata inizialmente trasmessa da un animale infetto a un essere umano.
Come sempre, c’è chi è sospettoso. O, almeno, invitano alla prudenza nell’interpretazione di questi risultati. Perché non possono spiegare perché il contenuto genetico dei campioni sia stato pubblicato solo tre anni dopo le collezioni.
Questo team di ricercatori aveva già pubblicato online una prima versione di questo studio; ma non hanno rilasciato l’informazione genetica completa che era nei campioni. In questa analisi emergono nuovi dettagli sul contenuto di questi campioni, che sono stati raccolti in baie, superfici, gabbie e macchine. Campioni risultati positivi al coronavirus sono stati raccolti in aree in cui venivano scambiati animali selvatici.
Rafforza anche l’idea che gli animali più sensibili al virus, in particolare i cani procione, venissero venduti vivi in queste zone.
Nonostante i risultati, gli scienziati cinesi avvertono: questi risultati non sono una prova definitiva di come sia iniziata l’epidemia. Non è esclusa la possibilità che sia stata una persona infetta a introdurre il virus nel mercato, e non un animale. Dunque, non c’è una conclusione definitiva. Ci sono più dati per ulteriori studi da approfondire. Anche se la tesi è rafforzata: sono stati gli animali infetti a dare inizio a questo nuovo mondo.
Lo studio viene pubblicato in un momento in cui viene ripetuta – anche dall’Fbi – l’idea che lo scenario più probabile sia che il virus sia emerso a Wuhan sì, ma in un incidente di laboratorio. Gli Stati Uniti ritengono che la Cina stia nascondendo fatti e ostacolando indagini esterne.
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