Ci sono alcuni pianeti con una densità talmente bassa da assomigliare a dello zucchero filato. Secondo una recente ricerca, condotta da Anthony Piro della Carnegie e Shreyas Vissapragada della Caltech e pubblicata su The Astronomical Journal, questi pianeti, conosciuti come super-puff, potrebbero addirittura avere degli anelli, simili a quelli di Saturno.
I pianeti super-puff sono caratterizzati da un diametro estremamente elevato rispetto alla loro massa, il che significa che hanno delle densità davvero basse. Una caratteristica che, quando furono osservati per la prima volta, mise non poco in crisi la comunità scientifica. Questi pianeti sono infatti molto particolari e non assomigliano a nessun pianeta del Sistema Solare, gettano dunque qualche dubbio sulle nostre conoscenze della formazione planetaria e delle caratteristiche dei pianeti.
Proprio per questo, nella loro ricerca, gli scienziati hanno iniziato a mettere in dubbio le caratteristiche dei pianeti super-puff. Come spiega Piro: “abbiamo iniziato a pensare, che questi pianeti potessero non essere ariosi come lo zucchero filato. Potrebbero i super-puff apparire così grandi perché in realtà sono circondati da anelli?”
D’altronde tutti i pianeti giganti del nostro sistema solare, che siano gassosi o ghiacciati, hanno un qualche tipo di anello, di cui ovviamente i più famosi sono quelli di Saturno. Ma scoprire anelli planetari in altri mondi lontani, non è affatto semplice per i ricercatori.
Dopo essere stati scoperti, i diametri degli esopianeti che orbitano attorno a stelle lontane, vengono dedotti utilizzando il metodo del transito. Questo significa che si calcola in realtà quanto viene oscurata la stella dal pianeta quando questo le transita davanti (ovvero si trova a passare tra il nostro punto d’osservazione e la stella). Maggiore è l’oscuramento, maggiore è la dimensione del pianeta.
I super-puff potrebbero dunque gettare un’ombra più grande sulla loro stella grazie ai loro anelli, ed il diametro reale potrebbe non essere così grande come si era pensato e calcolato in precedenza.
Per cercare di rispondere a questo quesito, il team di Vissapragada e Piro, ha iniziato a chiedersi come sarebbe Saturno visto da un altro sistema planetario lontano. Si riconoscerebbero i suoi anelli? Per rispondere, i ricercatori hanno simulato il modo in cui sarebbe apparso agli occhi di un osservatore, dotato della più avanzata tecnologia moderna e strumenti di precisione, avrebbe visto un pianeta inanellato durante il suo transito. Si sono inoltre concentrati sulla possibile composizione degli anelli che, attorno a questi pianeti, potrebbero dare una spiegazione alle loro caratteristiche da super-puff.
Confrontando i dati della loro simulazione, con quelli dei super-puff studiati e scoperti dalla missione Kepler della NASA, i ricercatori hanno scoperto che la teoria degli anelli potrebbe spiegare alla perfezione le caratteristiche di alcuni di questi pianeti, ma non tutti.
Riguardo alla composizione degli anelli, se dovessero essere presenti, Piro ha spiegato che “questi pianeti tendono ad orbitare in prossimità delle loro stelle ospiti, il che significa che gli anelli dovrebbero essere rocciosi, piuttosto che ghiacciati. Ma i un anello roccioso non può arrivare alle grandi circonferenze osservate, a meno che non si tratti di una roccia molto porosa. E non tutti i super-puff si adattano a questi vincoli”.
Secondo i due ricercatori, sono tre i pianeti di questo tipo che maggiormente si adattano alla teoria degli anelli: Kepler 87c e 177c e HIP 41378f. Ma per averne la certezza e per capire se altri pianeti di questo tipo potrebbero avere degli anelli, bisognerà attendere ulteriori studi, che saranno possibili solo con il lancio del James Webb Space Telescope della NASA. Non ci resta quindi che attendere fino al prossimo anno affinché siano svelati i segreti dei pianeti di zucchero filato.
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