Bere tre tazze alla settimana di tè potrebbe essere il segreto di una vita più lunga e più sana: questo è quanto asserisce un recente studio cinese. Ma non è un beneficio di tutte le tipologie: infatti, la variante analizzata dagli scienziati è quella verde.
Per molte persone, prendere il tè è un’abitudine o una coccola, oppure c’è chi lo preferisce al caffè. Fatto sta che il tè sia una bevanda dalle mille proprietà benefiche. Recentemente, uno studio cinese ha osservato che bere tè almeno tre volte a settimana comporta una riduzione del rischio di malattie cardiocircolatorie, anche mortali, allungando la vita anche di un anno e mezzo. Ma la variante di tè presa in esame è quella verde: infatti, è ciò che beve la maggioranza della popolazione cinese.
Il progetto ha visto la partecipazione di 100.902 persone che sono stati seguiti per circa 7,3 anni. Tutti i volontari non presentavano precedenti cardiaci di alcun tipo, e sono stati divisi in due gruppi: nel primo sono stati inseriti i bevitori abituali, ossia coloro che consumavano tè verde almeno tre volte la settimana, mentre nell’altro i bevitori meno assidui. Negli appartenenti al primo gruppo, si è osservato che essi avevano il 20% di possibilità in meno di essere colpiti da un infarto o un ictus. La ricerca suggerisce, quindi, che un 50enne bevitore abituale di tè verde possa vivere oltre un anno in più rispetto a chi invece ne assume più sporadicamente.
Tra i partecipanti, soltanto l’8% hanno dichiarato di preferire il tè nero: i ricercatori hanno specificato che i risultati fanno riferimento solamente a quello verde. Quest’ultimo presenta alti livelli di polifenoli, le cui proprietà antiossidanti proteggono da malattie cardiovascolari. Invece, il tè nero è fermentato quindi ne è privo: non è stato possibile, quindi, osservare particolari vantaggi per chi predilige altre varianti di questa bevanda, ma i ricercatori suggeriscono che ogni tipo di tè porta a benefici diversi.
Le tre tazze di tè settimanali prese in esame dai cinesi, tuttavia, hanno suscitato riflessioni da parte di chi ne beve quantità decisamente maggiori, ossia gli inglesi la cui media è di circa quattro al giorno. “Questa ricerca è uno studio osservazionale e, quindi, può solo stabilire un’associazione, non una relazione causale”, spiega Gunter Kuhnle, Professore di nutrizione e alimentazione alla University of Reading. “Non è chiaro se vi siano benefici nel caso di un consumo maggiore di tè: quindi sembra improbabile che si riscontri alcun vantaggio nella gran parte dei britannici”.
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