Trent’anni fa, esattamente la mattina del 24 aprile 1990, decollava in Florida lo Space Shuttle “Discovery” che avrebbe portato a 540 km di quota nello spazio, uno degli strumenti che avrebbe segnato i successivi tre decenni di esplorazioni spaziali: Il Telescopio Spaziale Hubble.
Da allora Hubble è il nostro occhio nello spazio e ci ha mostrato migliaia di spettacolari immagini di galassie, nebulose e altri oggetti cosmici, contribuendo in maniera decisiva alle numerose scoperte astronomiche degli ultimi decenni. Proprio per questo, e per la sua straordinaria longevità, è tra i più conosciuti e amati anche dal grande pubblico.
Hubble è uno dei telescopi spaziali più grandi e versatili e deve il suo nome all’astronomo Edwin Hubble. Gestito da NASA ed ESA, è uno dei Grandi Osservatori della NASA, assieme al Compton Gamma Ray Observatory, il Chandra X-ray Observatory. Venne costruito dalla NASA, con contributi da parte dell’ESA. Lo Space Telescope Science Institute (STScI) seleziona gli obiettivi del telescopio e processa i dati ottenuti, mentre il Goddard Space Flight Center controlla il veicolo.
Grazie al suo specchio di 2,4 metri di diametro e ai suoi strumenti principali, Hubble è in grado di osservare lo spazio nel campo dell’ultravioletto, dell’infrarosso e del visibile. Inoltre, trovandosi al di fuori dell’atmosfera terrestre,Hubble riesce ad ottenere delle immagini ad altissima risoluzione e con un disturbo molto contenuto. Immagini grazie alle quali siamo riusciti ad avanzare nel campo dell’astrofisica, indagando a fondo nello spazio e nel tempo ed arrivando a determinare il tasso di espansione dell’universo.
Hubble venne finanziato negli anni settanta, e inizialmente il lancio era previsto nel 1983, ma a causa di ritardi tecnici, problemi di budget e il disastro del Challenger, venne rimandato. È l’unico telescopio progettato per poter essere modificato in orbita dagli astronauti. Dopo il lancio nel 1990, 5 missioni dello Space Shuttle ripararono, aggiornarono e rimpiazzarono sistemi sul telescopio, inclusi tutti e 5 i suoi strumenti principali.
Il primo di questi interventi fu nel 1993 quando venne scoperto un problema allo specchio primario, che fu risolto in orbita. Fino a che lo specchio non fu riparato, Hubble non poté dedicarsi alla sua missione principale, ovvero indagare sulle origini dell’Universo, ma si concentrò su missioni minori.
Passato questo periodo e risolto il problema, Hubble ha iniziato a studiare a fondo l’Universo, regalandoci non poche emozioni. Grazie ad Hubble e al suo studio sulle Cefeidi, delle particolari stelle ad intermittenza, sappiamo orqa che l’Universo ha 13,7 miliardi di anni. Molta è la strada che abbiamo fatto insieme ad Hubble, il nostro occhio nello spazio profondo, e ancora lunga è quella da percorrere.
Il telescopio è infatti ancora operativo, e rimarrà in funzione fino al 2030-2040. Quindi ci attendono altri 2 decenni di emozionanti scoperte assieme al Telescopio Spaziale Hubble. Il suo successore sarà il James Webb Space Telescope (JWST), lo stesso che ha decretato la fine dello Spitzer e che dovrebbe essere lanciato a marzo 2021.
Immagini: Hubble Esa on Instagram
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