L’impero romano, un costrutto così complesso che è collassato su se stesso dopo centinaia di anni di espansioni; descrizione semplicistica di quello che è successo realmente. Le cause che hanno portato a quella fine sono tante è vero, ma tra quelle non ce n’è una che però sembra essere stata la fine di un altro impero. Si tratta dell’impero accadico il quale era fiorente durante l’età del bronzo nell’Antica Mesopotamia. La causa della sua caduta? Tempeste di polvere.
Un nuovo studio che si è basato sull’analisi geochimica dei fossili di un tipo di corallo, il Porites, ha determinato tutto questo. L’analisi di tale materiale ha evidenziato come verso il 22° secolo a.C, dei cambiamenti climatici abbiano messo a dura prova l’impero rendendolo debole dagli attacchi esterni. Sembra che ci sia stata un inverno tardivo il quale ha portato problemi all’agricoltura. Si è creata una penuria di cibo che a sua volta ha portato ai disordini civili che hanno indebolito tutto l’apparato.
La dichiarazione di Tsuyoshi Watanabe, scienziato ambientale presso l’Università giapponese di Hokkaido: “Sebbene il segno ufficiale del crollo dell’Impero accadico sia l’invasione della Mesopotamia da parte di altre popolazioni, i nostri campioni fossili sono finestre nel tempo che mostrano che le variazioni climatiche hanno contribuito in modo significativo al declino dell’impero. Ulteriori ricerche interdisciplinari aiuteranno a migliorare la nostra comprensione delle connessioni tra i cambiamenti climatici e le società umane in passato. La brusca intensificazione dei venti superficiali avrebbe causato l’aridificazione durante l’inverno nella regione della Mesopotamia, dove la stagione invernale è fondamentale per l’agricoltura oggi“.
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